LA BEFFA
Nuovi posti in Ticino: truffa
Allarme dalla Camera di commercio di Lugano: «Malintenzionati usano le nostre intestazioni»

«Vuoi lavorare come frontaliere?». «Vuoi guadagnare 3.000 euro al mese?». «Scrivici, versa un piccolo acconto per la consulenza e sarai assunto».
Più o meno, in sintesi, hanno questo tono diversi annunci di lavoro che appaiono su internet ma che, in realtà, sono truffe.
Lo dice la Camera di commercio di Lugano che è stata tirata in ballo da questi sedicenti datori di lavoro per dare autorevolezza alle offerte di impiego.
A dirlo è la stesso ente camerale luganese che annuncia di prestare «attenzione» perché «vi è una manovra fraudolenta in atto, che utilizza il nome della nostra Camera».
Nel dettaglio qualcuno «propone posti di lavoro inesistenti – dicono dall’istituto ticinese - facendo riferimento a un nostro fantomatico Ufficio di collocamento. Si è invitati a cliccare su un link, che dirige verso informazioni ufficiali, salvo poi essere obbligati a chiamare un numero in Repubblica Ceca e a versare soldi in anticipo. Ovviamente soldi che spariranno. Anche la mail (info@ccis-ticino.com) indicata per i contatti non ha alcun legame con la Cc-Ti».
Insomma, tutto falso. Di più: truffaldino.
Di conseguenza, la Camera di commercio di Lugano ricorda che «eventuali abusi possono esserci segnalati a: info@cc-ti.ch».
L’imbroglio raggiunge l’aspirante lavoratore via posta elettronica, in particolare le persone iscritte a siti di cerca lavoro. In molti infatti, da tutta Italia, magari disoccupati, magari in cerca di una sistemazione migliore, si iscrivono a diversi portali dove, quotidianamente, vengono pubblicati degli annunci. Il problema è che i dati, evidentemente, sono stati presi da qualcuno che ha deciso di mettere in atto una truffa: gli aspiranti lavoratori ricevono infatti una proposta di lavoro fasulla per operare in Svizzera.
E il tutto avviene tramite una mail con il logo delle Camere di commercio, come avvenuto con quella di Lugano. Prima vengono richiesti i documenti poi, per proseguire nella pratica, arriva la domanda di due bonifici: uno per una fantomatica “tassa di rimpatrio” (inesistente) e l’altro di 45 euro per “assistenza giuridica”.
Se si paga, ovviamente, subito dopo i truffatori spariscono.
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