IL CONFRONTO
Astuti: «Ricoveri ospedalieri, Varesotto in maglia nera». La replica di Monti
Il consigliere regionale dem: «Qui quasi la metà delle prestazioni non erogate in Lombardia»

Visite in ospedale che saltano. L’obiettivo della delibera della giunta regionale di martedì 15 aprile era ridurre le prestazioni sanitarie arretrate e non erogate tra il 2020 e il 2023. «Il provvedimento approvato due giorni fa dalla giunta lombarda si inserisce nel quadro del Piano nazionale di governo delle liste d’attesa, ma rivela il fallimento di un sistema che in Lombardia - e in particolare nella provincia di Varese - mostra tutte le sue crepe» è il commento del consigliere regionale del Pd Samuele Astuti.
«NON SONO STATI SPESI 40 MILIONI»
«Si tratta di risorse - precisa Astuti - che derivano da fondi nazionali residui 2023-2024 e da stanziamenti 2025, molti dei quali, anche in Lombardia, non sono stati utilizzati, così come già denunciato dal ministro Schillaci nei giorni scorsi. Nello specifico, risulterebbero in totale, per gli anni 2022-23-24, risorse per 174 milioni di euro e, di queste, circa 40 milioni di euro sono rimasti congelati nelle casse della Regione e delle Asst, perché incapaci di spenderli».
«NUMERI ALLARMANTI, SOPRATTUTTO A VARESE»
«I numeri lombardi che riguardano i ricoveri ospedalieri non erogati sono allarmanti - fa sapere Astuti - ma quelli relativi all’Ats Insubria e, in particolare, all’Asst Sette Laghi sono davvero sconcertanti. Solo per gli anni 2020-2022, su 17mila ricoveri pubblici non effettuati, 8500 riguardano l’Ats Insubria e di questi ben 7800 sono riferibili all’Asst Sette Laghi: quasi la metà delle prestazioni non erogate in Lombardia si concentrano qui. E nel 2023 la situazione non migliora: su 28mila ricoveri pubblici non erogati, 7mila sono nell’Ats Insubria e 5300 sempre nella Sette Laghi. Numeri agghiaccianti, se pensiamo che parliamo di un’azienda sanitaria che serve circa 450mila abitanti, meno di un ventesimo della popolazione lombarda. Ancora più impressionante è pensare a tutte le persone che da cinque anni sono in attesa di una presa in carico, senza risposte né certezze».
LE DIFFICOLTÁ DELLA SANITÁ PUBBLICA
«Questi dati dimostrano che la sanità pubblica nella nostra provincia, nonostante il grande lavoro del personale sanitario che fa i salti mortali e che spesso non viene messo nelle condizioni di poter lavorare, è in grandissima difficoltà - sottolinea il consigliere -. Il sistema, così com’è, non regge e tutto questo si riflette anche sull’incapacità di progettare e costruire servizi adeguati ai bisogni reali».
LA STOCCATA A CARUSO
Infine, una stoccata politica: «Abbiamo un’assessora regionale gallaratese, Francesca Caruso, che fa parte della giunta e che ha approvato questa delibera. Il fatto che non sia stata proprio lei a suonare il campanello d’allarme sulla situazione della sanità in provincia di Varese, a due anni dal suo insediamento, è davvero preoccupante. Dal momento che, ad oggi, tutte le nostre proposte sono state respinte, sarebbe anche ora che cominciasse lei, insieme alla maggioranza di cui fa parte, a prendere l’iniziativa e a dare qualche risposta al nostro territorio, ricordando che la provincia di Varese non è solo Gallarate, dove, peraltro, non ha ancora mai risposto sul tema del corposo taglio dei posti letto e del depotenziamento dell’ospedale».
LA REPLICA DI MONTI
«La sinistra continua, come un disco rotto, a sfornare comunicati per attaccare o, peggio, denigrare la sanità lombarda, punto di riferimento per l’intero Paese. Ancora una volta come Lega dobbiamo fare chiarezza per rispetto dei cittadini». «I dati di produzione chirurgica della ASST Sette Laghi evidenziano un trend importante e in costante crescita. Come si evince dalla tabella allegata, se nel 2020 gli interventi chirurgici sono stati 16.030, in concomitanza con il picco della pandemia covid. Già nel 2021 la produzione è aumentata a 20.639 interventi chirurgici, saliti a 23.796 nel 2022, a 24.577 nel 2023, attestandosi a 24.739 nel 2024, confermando l'incremento costante». Così Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega e presidente della Commissione Welfare di Regione Lombardia ha replicato ad Astuti.
«Un impatto importante hanno gli interventi chirurgici eseguiti in regime di urgenza, che si attestano sempre oltre quota 5.000, ad eccezione del 2020, anno di maggiore impatto della pandemia covid, in cui comunque hanno raggiunto il numero di 4.973».
A questi numeri vanno aggiunti «anche gli interventi eseguiti in regime ambulatoriale, come ad esempio la cataratta: anche in questo caso, l'incremento di produzione è costante e netto. Nel 2020 gli interventi ambulatoriali sono stati 6.251, saliti subito a 9.969 nel 2021, a 10.441 nel 2022, per superare quota 11.000 interventi chirurgici ambulatoriali sia nel 2023, sia nel 2024». Secondo Monti, «per quanto riguarda i dati riferiti dal PD, si tratta di numeri che non riflettono la reale produzione di ASST Sette Laghi, come già evidenziato, a causa di un problema di allineamento informatico a cui si sta cercando di porre rimedio con la sostituzione dell'attuale gestionale, già in programma». Questi dati evidenziano che, «negli anni presi in considerazione dal comunicato stampa del PD, ovvero dal 2020 al 2023, la produzione complessiva di ASST Sette Laghi è stata di 85.042 interventi chirurgici in regime ordinario e di 38.078 interventi chirurgici BIC (ambulatoriali), per una produzione chirurgica complessiva negli anni 2020-2023 pari a 123.116 interventi. Dato rispetto al quale il numero di 7.800 citato nel comunicato, di cui si ribadisce la non corrispondenza alla reale situazione, appare decisamente ridimensionato».
«Ancora una volta i colleghi Dem. si spingono a diffondere cifre non veritiere pur di criticare la sanità lombarda che - sottolinea Monti - è un modello di eccellenza riconosciuto in tutta Italia, e sul quale Regione Lombardia investe ogni anno centinaia di milioni di euro per potenziare le strutture, ridurre le liste di attesa e permettere, infine, anche l’assistenza a centinaia di migliaia di pazienti provenienti ogni anno da altre Regioni».
© Riproduzione Riservata