PEDOFILIA
Attirava minorenni con la droga: via al processo
Alla sbarra il cinquantenne diventato punto di riferimento degli adolescenti per la marjiuana

«Se vieni a letto con me abbasso il prezzo della marijuana»: era questa una delle richieste che Luca Banfi, cinquantenne piuttosto noto in città, faceva ai minorenni che frequentavano il suo negozio, la sua casa, lo studio in cui l’imputato girava servizi giornalistici amatoriali e in cui realizzava un periodico free press. Banfi per tutti gli adolescenti era un punto di riferimento per la marijuana: la vendeva e lasciava che i ragazzi la fumassero nel suo appartamento, diventato nel tempo un luogo di ritrovo. Ieri mattina è iniziato il processo davanti al collegio presieduto dal giudice Rossella Ferrazzi con la deposizione di otto testimoni, il più vecchio dei quali appena ventiseienne. Posto che le dichiarazioni di minori molestati sono già state acquisite, l’avvocato Vincenzo Cotroneo a ognuno ha chiesto precisazioni e conferme. «Mi chiedeva di mostrargli gli addominali dicendo che mi avrebbe regalato la marijuana», ha raccontato un ventenne precisando però «che i toni» fossero sempre stati «scherzosi e amichevoli, che ho sempre visto come giocose». «Andavo da lui a comprare stupefacente. Ci sono state alcune avances, voleva vedere il basso addome, l’ho sempre vissuto come uno scherzo, finché una volta mi sono innervosito perché non mi pareva più che scherzasse e per reazione gli ho dato una sberla», è l’esperienza di un altro dei testi citati dal pubblico ministero di Milano Giovanni Tarzio. Un altro giovane acquirente di erba ha cercato di minimizzare anche ciò che riferì nel corso delle indagini, ossia riferimenti a proposte molto esplicite. Un diciannovenne - arrestato quando era minorenne per spaccio e graziato dal perdono giudiziale diventato definitivo il mese scorso - ha spiegato al collegio (a latere del presidente Ferrazzi Daniela Frattini e Marco Montanari) che da Luca Banfi comprava 300 grammi di marijuana al mese, destinata in parte alla vendita «Un giorno, mentre scendevamo nell’interrato del suo negozio per prendere lo stupefacente, cercò di baciarmi. Io mi divincolai e presi la marijuana ma mentre risalivo le scale lui si mise sui gradini per impedirmi di andarmene». Nel 2018 l’imputato venne arrestato per la detenzione di otto chili di marijuana. Durante la perquisizione i carabinieri coordinati dal pubblico ministero Nadia Calcaterra trovarono fotografie di efebici nudi maschili e così partì l’indagine trasmessa alla procura di Milano competente in reati di produzione di materiale pedopornografico. Nella vicenda è rimasto coinvolto anche il convivente del cinquantenne, un ragazzo di ventidue anni la cui posizione è stata stralciata. «Le testimonianze di oggi hanno ridimensionato la portata delle accuse», commenta l’avvocato Cotroneo.
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