CIELO E SFORTUNA
Aurore boreali: brutti presagi per il 2024?
I casi del 1938 e del 2001 creano superstizione. Ecco la realtà raccontata dagli esperti

Che siano una meraviglia è acclarato, in tutti i sensi.
Che prestino il fianco ai superstiziosi, soprattutto al cospetto di un anno bisestile, qual è il 2024, è un altro dato di fatto. Il fenomeno delle aurore boreali nei cieli del Varesotto lo si ricorda poco prima della Seconda guerra mondiale, nel 2001 prima delle Torri Gemelle e della guerra in Iraq. Dopo quella della fine del 2023, altre ne sono previste nell’anno che s’è appena iniziato.
Le prime due - 1939 e 2001 - furono pure accompagnate dalle predizioni di Fatima. C’è da preoccuparsi per il prossimo futuro?
«Solo per chi ci crede, come coloro che pensano che le comete annuncino sciagure». La voce della scienza arriva da Luca Buzzi del Centro geofisico prealpino di Varese, il quale commenta così le voci che attribuiscono poteri nefasti a questi eventi causati d’una più marcata azione del sole.
Spiega Buzzi dal suo punto privilegiato di osservatore allo Schiaparelli del Campo dei fiori: «Le aurore polari (chiamate anche boreali e australi in relazione all’emisfero in cui si verificano) sono manifestazioni di interazione tra il campo magnetico terrestre e le particelle emesse continuamente dal sole (vento solare) e si verificano nella ionosfera terrestre a un’altezza di circa 80-100 Km. Solitamente le aurore sono visibili solo nelle latitudini più vicine ai poli ma raramente possono anche rendersi visibili più a Sud nel corso di intense attività solari, come quella del 2000/2001, quando addirittura quattro aurore furono visibili da Varese. I colori dell’aurora, dal verde intenso a diverse tonalità di rosso, dipendono dall’eccitazione di atomi di ossigeno e azoto a diverse altezze atmosferiche. Il fenomeno non è statico ma in continuo movimento. Se si vuole dare retta alle coincidenze allora non c’è da stare allegri ma ci sono sempre state guerre in ogni parte del mondo. Con o senza aurore».
Attribuire agli eventi celesti errori e conseguenti disgrazie dell’umanità sembra dunque essere un atteggiamento di comodo. Quel che è certo, però, è che due grandi aurore boreali si verificarono poco prima della Seconda guerra mondiale, tanto che nelle profezie delle pastorelle di Fatima del 1917 se ne fa cenno.
Nelle apparizioni portoghesi la Madonna, infatti, oltre a mostrare l’Inferno, dichiarò «quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà, che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».
Il 25 gennaio 1938, la volta del cielo si trasformò in un enorme arcobaleno: un’aurora boreale si manifestò in tutta Europa e nell’Africa del Nord. L’aurora fu descritta dai giornali come se si trattasse di un grande incendio.
Le luci di quella notte furono precedute e poi accompagnate da tempeste magnetiche con forti perturbazioni nelle comunicazioni telegrafiche e telefoniche. Nel 1938 la guerra era imminente: l’11 marzo la Germania avrebbe invaso l’Austria, poi minacciato la Cecoslovacchia. Un’altra aurora boreale ci fu la sera del 23 agosto 1939, il giorno del patto segreto tra Hitler e Stalin che diede il là all’invasione congiunta della Polonia dell’1 settembre. Lo ricorda il gerarca nazista Albert Speer nelle sue Memorie del Terzo Reich: «Quella notte ci intrattenemmo con Hitler sulla terrazza del Berghof ad ammirare un raro fenomeno celeste. Per un’ora circa, un’intensa aurora boreale illuminò di luce rossa il monte Untersberg che ci stava di fronte, mentre la volta del cielo era una tavolozza di tutti i colori. Lo spettacolo produsse nelle nostre menti una profonda inquietudine. Di colpo, rivolto a uno dei suoi consiglieri militari, Hitler disse Fa pensare a molto sangue. E quello rispose che era il presagio di un’imminente guerra sanguinosa. Se così dev’essere, allora che sia più veloce possibile replicò il Führer».
Le aurore boreali erano, a maggior ragione, più temute nell’antichità. Le Idi di marzo, per esempio, nel 44 a.C. furono precedute da un’aurora boreale ma l’avvertimento da parte sia della moglie sia di un indovino non bastò a convincere Giulio Cesare che andò incontro alla morte.
ALCUNE CREDENZE POPOLARI
Superstizioni e credenze esistono da sempre in tutte le culture umane. Si ritiene che oggetti o azioni portino sfortuna, per esempio: i gatti neri se attraversano la strada mentre si sta passando; rompere uno specchio; alcuni numero come il 13 o il 17; gli oggetti appuntiti; i corvi; il venerdì; passare sotto una scala e la luna calante.
La percezione di buona o cattiva sorte cambia in base alle persone e agli stati. In Giappone si ritiene che gli specchi portino sfortuna perché producono energie spirituali negative, quindi vengono coperti o nascosti. In Cina è segno di buona sorte il numero 8 e di cattiva sorte il 4. In India è consigliato evitare l’entrata in cimitero negli orari notturni per non attirare eventi sfortunati. In America Latina, non si devono esprimere tre desideri di fronte a una candela; mentre porta fortuna indossare collane speciali per allontanare la negatività.
Insomma, ogni nazione ha le sue superstizioni e i suoi rimedi per contrastare la mala sorte!
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