LA MISSIONE
L’automotive boccheggia, Guidesi chiede all’Europa di rianimarlo
L’assessore regionale lombardo a Strasburgo in pressing sull’Ue: vanno cambiate le direttive

Centomila posti di lavoro. Basta questo numero per capire il peso che il settore automotive ha anche per la Lombardia. I dipendenti, poi, appartengono a trentamila aziende che ora - per la verità già da tutto il 2024 - attraversano una crisi senza precedenti e con ben poche prospettive se la Commissione europea non modificherà le direttive relative al divieto di motori benzina e diesel a partire dal 2035. Certo, lo scorso marzo, qualche apertura è stata fatta, soprattutto nei confronti dei biocarburanti, ma non basta. Si tratta di un confronto, per non dire una vera e propria battaglia, che l’assessore lombardo allo sviluppo economico, Guido Guidesi, ha preso particolarmente a cuore, anche - e soprattutto- nel suo ruolo di presidente di turno dell’Automotive Regions Alliance, che riunisce 40 regioni d’Europa. Ieri, martedì 17 giugno, era Strasburgo per una serie di incontri istituzionali, compresa una plenaria dell’alleanza e incontri con il presidente della regione Grand Est e il ministro della Baviera.
Suicidio industriale
«Qui si rischia il suicidio economico più grande della storia», ha ribadito con forza Guidesi, «se la Commissione europea non apporterà modifiche alle attuali direttive. Come Sistema Lombardo in questi quattro anni crediamo di aver messo in campo tutto quello che potevamo; siamo stati i primi a lanciare gridi di allarme nel silenzio più assordante, abbiamo predisposto documenti scientifici grazie al supporto del Cluster della Mobilità Lombarda e delle Università, abbiamo creato alleanze con le Regioni europee; adesso tocca all'Europa dare risposte concrete e apportare cambiamenti radicali per salvare un settore strategico per la manifattura europea».
La crisi in atto
Già oggi il 75% della produzione potenziale in Europa è di fatto fermo: nel continente sono a rischio 500.000 posti di lavoro. In Italia il numero delle vetture prodotte nel 2024 è stato inferiore del 20%, con punte del 30% per i componentisti, rispetto al 2019. A livello lombardo, da un’analisi sulla distribuzione delle trentamila imprese dell’Automotive emerge come il 50% sia attiva nell’ambito della riparazione, il 38% del commercio, l’8% dei ricambisti, mentre solo il 2% della produzione e della componentistica.
Le soluzioni possibili
Biocarburanti e neutralità tecnologica sono le parole chiave che potrebbero portare il settore fuori dal guado. Guidesi lo ha ribadito ancora una volta, ottenendo di fatto il sostegno plenario da parte delle altre regioni. Concretamente significa «di rispettare l'ampia varietà di situazioni di mobilità e di integrare l'elettrico con le tecnologie alternative, climaticamente neutre dalla produzione all'impiego», si legge nei documenti varati dalle regioni dell’Ara. Ora il lavoro di lobby internazionale continua «affinché la voce dei territori possa trovare ascolto in Europa», conclude Guidesi
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