LO SCANDALO
Azzate, un kalashnikov tra i rifiuti del Camping
Bonifica in dirittura d’arrivo, rinvenuti fucili, caricatori e munizioni. Il Tar: rimozione a carico del fallimento

Prima sentenza del Tar sul caso del Camping di Azzate: stabilita la responsabilità del curatore fallimentare nell’affaire rifiuti abbandonati. La decisione del Tribunale Amministrativo Regionale comporta che la rimozione delle tonnellate di materiale, anche speciale, rinvenuto nell’area, spetti al fallimento che lo ha generato, e quindi anche a sue spese. La bonifica intanto è già iniziata e tra i rifiuti sonno spuntati anche dei kalashnikov.
LO SCANDALO
A un anno dallo scandalo che ha travolto l’ex camping Sette Laghi, portando alla luce quello che stava accadendo nell’area e l’avvio di un’indagine da parte della direzione distrettuale antimafia, arriva il primo importate provvedimento amministrativo. Respingendo il ricorso del fallimento contro l’ordinanza comunale che imponeva la rimozione dei rifiuti, il Tar ha messo nero su bianco la responsabilità della curatela fallimentare nella gestione dei rifiuti che sono stati rinvenuti nell’area e del loro smaltimento (abbiamo provato a contattare per una replica l’allora curatore, poi sostituito, senza ottenere risposta) . «Il fallimento si è reso giuridicamente corresponsabile, per la parte dei lavori che hanno lasciato nell’area interessata rifiuti non smaltiti, della contestata “carenza di adeguate misure di smaltimento dei materiali di risulta delle demolizioni”», si legge nel documento che specifica anche che «gli obblighi a cui era tenuta la società fallita prima del fallimento, per avere essa stessa prodotto i rifiuti da rimuovere, ricadono sulla curatela fallimentare, già in ragione della sola detenzione del bene immobile sul quale i rifiuti sono collocati».
IL RITARDO
Un passo importantissimo in questa vicenda, che evidenzia anche un altro aspetto: l’agire tardivo del Comune di Azzate. Pur avendo individuato i responsabili della situazione, l’ente ha atteso aprile per intimare la rimozione dei rifiuti, ovvero cinque mesi dopo le segnalazioni della proprietà, pochi giorni dopo che la vicenda era stata resa nota all’opinione pubblica, al centro anche di un’inchiesta di Striscia la Notizia.
Intanto la bonifica dell’ex camping procede spedita. Se ne sta occupando la nuova proprietà, l’imprenditore Ivano Panzeri, su autorizzazione della Procura (l’area è tuttora sequestrata), ancora al centro delle indagini della direzione distrettuale antimafia.
I CARABINIERI
Tutte le operazioni di rimozione e smaltimento dei rifiuti sono seguite in maniera certosina dai carabinieri, che nei giorni scorsi hanno anche sequestrato delle armi da guerra, rinvenute in un sacco di plastica durante lo spostamento di una casetta di legno. Si tratta di fucili, tra cui un kalashnikov, ritrovati insieme con caricatori e munizioni. Materiale che si aggiunge alle tonnellate di rifiuti che fino ad ora sono state rimosse, restituendo alla natura tutta la parte del camping a ridosso del lago di Varese. La bonifica sarà completata entro la fine del mese di marzo e si attendono anche gli esiti delle analisi che sono state fatte sui terreni. Quelle eseguite fino ad ora hanno dato esito negativo, escludendo la presenza di inquinanti. I materiali speciali, pur essendo stati rinvenuti tra i cumuli di macerie, non avrebbero fatto in tempo a raggiungere il terreno.
© Riproduzione Riservata