LA SENTENZA
Azzate, striscioni DoRa: «Fu apologia di fascismo»
Il leader Alessandro Limido condannato a sei mesi

Contrordine. Il blitz della Comunità Militante dei Dodici Raggi a colpi di striscioni in giro per Azzate, palazzo del municipio incluso, per contestare l’incontro con lo scrittore Francesco Filippi, fu reato. Nello specifico: apologia del fascismo. Per questo motivo, ieri - venerdì 17 novembre - i giudici della quarta Corte d’Appello di Milano - in accoglimento dell’atto d’appello firmato dal pm varesino Lorenzo Dalla Palma, fatto proprio in sede di requisitoria dal sostituto procuratore generale Daniela Meliota -, hanno condannato a sei mesi di reclusione Alessandro Limido, presidente del discusso gruppo con base ad Azzate che si rifà ai valori del fascismo e del nazionalsocialismo.
In primo grado, il Tribunale di Varese aveva invece mandato assolto il quarantaquattrenne di Bodio Lomnago leader di Do.Ra. per «l’insussistenza del fatto». A detta del giudice Davide Alvigini, i fatti contestati «non avevano realizzato il pericolo di riorganizzazione del partito fascista». A supporto della tesi, il giudice aveva addotto tre ragioni: primo, abbinato all’esposizione degli striscioni «non era stata posta in essere nessuna manifestazione»; secondo, «non erano stati rilevati comportamenti aggressivi, minacciosi e violenti»; gli striscioni e i volantini «erano stati affissi in orario notturno ed erano stati rimossi dopo poco tempo dagli agenti intervenuti con un limitato passaggio di persone». Tesi ora spazzate via assieme alla sentenza di primo grado dalla Corte d’Appello, che ha invece messo nero su bianco la violazione della Legge Scelba del 1952. Un verdetto contro il quale ora, una volta depositate le motivazioni, è molto probabile che ricorrerà in Cassazione l’avvocato Gabriele Bordoni, difensore dell’imputato con precedenti per porto abusiva d’arma e riunioni pubbliche non autorizzate.
LA VICENDA
Era stato l’allora sindaco Gianmario Bernasconi a sporgere querela il 24 giugno di quattro anni fa per denunciare la presenza degli striscioni a firma Dodici Raggi: uno di questi, esposto in via Piave da una decina di giovani che indossavano una maglietta nera, riportava la scritta “Filippi non ti vogliamo, Azzate è casa di Do.Ra.”. Nel mirino l’arrivo in paese di Francesco Filippi, lo scrittore autore del libro “Mussolini ha fatto anche cose buone”, sottotitolo “un libro sulle idiozie che continuano a circolare sul fascismo”, poi presentato nei giorni successivi in un incontro organizzato dall’Anpi con il patrocinio del Comune. Nella stessa circostanza, fu fatto circolare un volantino con la scritta “Francesco Filippi non sbagliare strada, Ventotene ti aspetta, Azzate no!”, firmato “il commissario del Fascio di Azzate” e un altro striscione - “Mussolini non si tocca” - fu apposto sulle mura del palazzo comunale.
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