BARAGGIA
Discarica Cerro, inizia il recupero
Davanti al muro di contenimento dell’ex impianto di smaltimento è stato piantato un bosco

Piccoli alberi crescono per riformare il bosco là dov’era un tempo. Di fronte al muro di contenimento dell’ex discarica della Baraggia, nel terreno agricolo di proprietà comunale da circa 27 mila metri quadrati compreso tra l’ex discarica e via San Clemente, ha preso il via un atteso intervento di piantumazione che di fatto rappresenta il primo passo per il recupero dell’ex discarica più grande d’Europa. I primi alberelli, alti non più di un metro, sono stati piantati in queste settimane: ma l’intervento, diviso in due lotti, andrà avanti nella bella stagione. Quella in atto è una prima operazione che porterà 1.600 alberi, ma ne seguirà una seconda con altri 1.000.
Il primo lotto
«Sì - conferma l’assessore cerrese Antonio Foderaro - alla Baraggia ha preso il via la messa a dimora di alcuni alberi. Si tratta in questo caso del primo dei due interventi previsti; per il secondo ci sono stati dei ritardi dovuti all’emergenza sanitaria ma si conta di partire appena possibile. La manutenzione del nuovo bosco sarà a carico del privato per 10 anni. Ciò significa che se degli alberi risulteranno malati, o se dovessero morire, verranno sostituiti».
Come già detto si tratta di piante molto giovani e la natura farà il suo corso: ci vorranno però alcuni anni prima di avere un bosco vero e proprio, che dovrebbe nascondere il muro della discarica. La maxi piantumazione è possibile grazie all’articolo 43 della legge regionale 31 del 2008. La normativa prevede che se un soggetto privato procede a disboscare una qualsiasi area sul territorio lombardo, è tenuto, a sua volta, a rimboscare un terreno della stessa superficie. La legge, però, consente di effettuare questa operazione ovunque, purché in Lombardia.
La scelta è caduta proprio sul terreno di fronte alla Baraggia, per ben due volte. Il primo intervento, quello già partito, interesserà un’area da 19mila metri quadrati.
Querce, larici e noci
Qui sorgerà un primo bosco che comprenderà 1.648 alberi e 823 arbusti complessivi, tra cui ci saranno piante come querce, larici, noccioli e noci. Appena possibile si farà la seconda parte che porterà altri 1.000 alberi, i quali occuperanno circa 8 mila metri quadrati. In tutto si avranno quasi 2.700 nuove piante, in un sito che per decenni ha rappresentato una vera ferita per il territorio.
In passato, ancora sotto la vecchia amministrazione di Antonio Lazzati, per recuperare quest’area, si era pensato ad una soluzione di ben altro genere: era stato elaborato un progetto per realizzare una vera centrale fotovoltaica. In pratica il terreno sarebbe stato coperto interamente da pannelli solari, ma alla fine non se ne fece niente.
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