L’ORA DELLA CULTURA
Barasso: viaggio (storico) nella Corsica italiana
Domenica 18 maggio la presentazione del libro di Gioacchino Volpe nella versione curata dallo studioso e scrittore varesino Paolo Mathlouthi

“Storia delal Corsica italiana” è il titolo del libro dello storico Gioacchino Volpe, scomparso nel 1971, opera che torna ora in libreria per i tipi della casa editrice milanese Oaks nella versione curata dal varesino Paolo Mathlouthi, studioso dei rapporti tra letteratura e ideologica nei percorsi culturali del Novecento. Verrà presentato dall’associazione culturale Aurora domenica 18 Maggio alle ore 19 alle Officine Creative di Barasso, in via Rossi, 39, dove la padrona di casa, Ludovica Sveva Sambugar dialogherà con il curatore, Paolo Mathlouthi.
Corsica appunto. Collocata nel cuore del Mediterraneo, al centro di un cerchio magico di popoli, lingue e culture, situata ad un passo dalla Liguria e dalla Toscana, ad un tiro di schioppo dalla Provenza e dalle Baleari, la Corsica è terra esotica e tuttavia familiare. Questo emerge dal libro e sarà uno temi appunto dell’incontro. «Il senso di estraneità che coglie il visitatore quando approda su quest’isola austera giungendo da luoghi più ameni è dovuto al fatto che anche coloro che vi sono nati e la abitano non si sentono mai del tutto a casa loro, figli dispersi di una terra indomita che non ammette possesso». Il libro di Volpe ripercorre, molto prima che l’argomento diventasse di moda negli ambienti indipendentisti, le principali tappe dei burrascosi rapporti intercorsi tra la Corsica e la vicina Italia a cavallo tra Medioevo e Novecento, offrendo l’immagine di una terra di estremi: un mondo aspro di acquazzoni e arsure sospeso tra cielo e mare, abitato da genti laconiche e nobili abituate all’inclemenza del tempo e alla severità dei luoghi.
Una società pastorale vincolata alla terra e alla legge del sangue, rabbiosamente ancorata ad un senso ancestrale dell'onore.
«A motivare l’interesse del celebre storico per la patria di Napoleone, più che le rivendicazioni irredentiste accampate dal Fascismo, è stato il desiderio di scandagliare tutti gli aspetti dell’enigmatico e controverso universo corso nel tentativo di riannodare i fili dispersi di una memoria condivisa. Gioacchino Volpe è infatti studioso troppo accorto e smaliziato per non sapere che cogliere l’identità di un popolo è innanzitutto un esercizio di stile, un’operazione funambolica, un azzardo di alta acrobazia, poiché l’identità appartiene alla sfera dell’imponderabile, è qualcosa di sfuggente, di multiforme, d'inafferrabile. Una creatura mitologica più prossima all’eternità che al divenire, legata all’idea che si ha di se stessi, la quale assai di rado s’incarna nei tumultuosi rovesci della storia e, quando accade, vi rimane imbrigliata solo per pochi istanti». Un appuntamento insomma che desta curiosità e interesse storico quello di domenica a Barasso con Paolo Mathlouthi che è anche una firma di riviste come "Axis Mundi" e "Il Borghese".
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