L’INDAGINE
Un bonifico a Davide un’ora prima del delitto
Delitto di Busto: Emanuele Mirti nega. Legame da approfondire

Era in arretrato con il pagamento dell’affitto Emanuele Mirti: il cinquantenne doveva a Davide Gorla 7mila euro. Il commerciante era diventato irremovibile negli ultimi tempi nel pretendere gli arretrati. Mirti traccheggiava ma mercoledì pomeriggio, intorno alle 17, fece un bonifico al padrone di casa accreditandogli un importo che, sebbene non coprisse minimamente il debito, era comunque un passo avanti rispetto alla totale morosità. Gli investigatori - coordinati dal pubblico ministero Flavia Salvatore - a quanto pare hanno trovato la ricevuta bancaria durante il sopralluogo nel negozio di via Milano.
IL DEBITO DI 7MILA EURO
Prende forma una prima ricostruzione possibile: intorno alle 18 l’operaio si sarebbe presentato da Davide per mostrargli la prova del pagamento. L’incongruità della cifra avrebbe fatto indispettire il sessantacinquenne e Mirti avrebbe reagito afferrando un tagliacarte o un altro oggetto affilato e si sarebbe avventato sull’uomo colpendolo al collo. Gli inquirenti però si domandano: può un debito da 7 mila euro generare un odio così profondo da compromettere due esistenze? Mirti nella lunga nottata trascorsa davanti agli agenti della squadra mobile e del commissariato ha negato ogni coinvolgimento nell’omicidio di Gorla. Contro di lui ci sono però i filmati delle telecamere che lo hanno ripreso mentre usciva dalla corte lasciandosi alle spalle il corpo insanguinato della vittima, steso dietro al bancone. E soprattutto c’è la descrizione di una testimone che, dalle vetrine difronte a quelle di Lineacontinua, ha avuto una visuale privilegiata sull’aggressione. E di nuovo si pone l’interrogativo: tanta violenza per qualche migliaio di euro? Gli investigatori - che da mercoledì sera sono alla ricerca dell’arma del delitto - stanno scavando sotto la superficie delle cose, concentrandosi sul rapporto tra i due.
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