DEGRADO
La casa fantasma cade a pezzi
Crolli di calcinacci sulla strada, pericolo per auto e pedoni nel centro storico. Ignorato da anni un ordine di demolizione del Comune

È una palazzina fatiscente, all’incrocio tra due strade costantemente strette nell’assedio del traffico: via Mazzini, proveniente da Biandronno, e via Quaglia, lungo la quale non possono transitare i mezzi pesanti a causa della sua limitata ampiezza, ma percorsa da centinaia di auto in quanto abbrevia il percorso per Gavirate.
Accanto vi è l’ufficio postale del paese.
È costruita in un punto centrale e nevralgico: pochi i passanti che la avvicinano per la pericolosità della circolazione e per le condizioni precarie del marciapiede.
Decadente lo è da anni, ma negli ultimi giorni addirittura ha perso i pezzi di intonaco che si sono accumulati alla base.
L’edificio comunica sempre più una sensazione di pericolo incombente. Il tetto non esiste più: si vede erba che fuoriesce dalla copertura provvisoria, le finestre non hanno più serramenti e sono sbarrate da legni marci. All’interno si intravedono ponteggi arrugginiti che non sostengono nulla. L’unico dettaglio significativo è la data scolpita in una pietra rosa alla sommità della porta: 1905.
Questo solo per quanto riguarda la facciata: la parte retrostante che si affaccia su via Quaglia comprende i rustici che sono pericolanti, chiusi da una cancellata arrugginita.
Per i cittadini di Bardello di vecchia data è rimasta la «casa del Giulio», l’ultimo “marusèe” (termine dialettale che significa mediatore di mucche), attività per cui un tempo era conosciuto il paese.
Poi la proprietà è passata ad altri. In passato l’edificio aveva avuto una certa dignità, ma ora appare un rudere spettrale in procinto di cadere in centro paese, senza nessuna misura di sicurezza.
«Rappresenta un problema annoso - spiega il sindaco Luciano Puggioni -. Già nel 2015 sono intervenuti i vigili del fuoco, mettendo in sicurezza la strada adiacente ed emettendo un decreto di abbattimento. Ma la società proprietaria ha impugnato l’ordinanza mediante la perizia di un ingegnere e non risponde ai nostri solleciti. Ora, considerata la situazione che va sempre peggiorando, con l’ufficio tecnico nominerò un ingegnere strutturista a cui chiederemo una relazione dal punto di vista tecnico su ciò che, però, è del tutto evidente».
Anni fa era stato ipotizzato di abbattere la costruzione per allargare la strada.
«La strada è provinciale - risponde il primo cittadino - e la Provincia, interpellata, ha detto che non è interessata alla proprietà. Non è pensabile che l’acquistiamo con i fondi nostri per allargare una strada che non rientra nelle competenze del Comune. Che cosa dovrei rispondere ai miei concittadini?».
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