IL CASO
Bardello, licenziato e assolto
Autista accusato di tentato furto di gasolio

Licenziato dopo la denuncia per tentato furto di gasolio da un pullman della ditta per cui lavorava, ora è stato assolto. E adesso l'autista, ancora in attesa della sentenza del giudice del lavoro, punta a essere reintegrato.
Si è concluso con una doppia assoluzione, "perché il fatto non sussiste", il processo penale a un conducente di Autolinee Varesine, finito a giudizio insieme con la compagna dopo che i carabinieri li trovarono, nel settembre del 2019 ad Azzate, con una tanica di carburante, un tubo di gomma e un paio di guanti nel bagagliaio dell'auto parcheggiata proprio vicino al pullman su cui l'uomo prestava servizio. Quei 25 litri di gasolio - questa la tesi dell'accusa - erano stati rubati poco prima dallo stesso autobus. Circostanza che poi la coppia ammise in caserma davanti ai militari, che lo annotarono nella loro relazione. Ma i due imputati hanno scelto il giudizio abbreviato (che si celebra solo allo stato degli atti) e quindi in aula non hanno confermato, né smentito, quelle dichiarazioni.
In un primo momento fu aperto un fascicolo per peculato, ma poi l'accusa fu riqualificata in tentato furto. Accusa per la quale il pm Nicola Ronzoni ha proposto l'assoluzione "per particolare tenuità del fatto" (circa 40 euro il valore del bottino). Richiesta non condivisa dal legale di parte civile, l'avvocato Alberto Caleffi, che ha anche chiesto che la coppia di cinquantenni versasse un risarcimento danni a favore dell'azienda di trasporti. Ma il difensore, Matteo Pelli, ne ha chiesto l'assoluzione piena, sostenendo che nella tanica non ci fosse gasolio ma benzina che la donna aveva regolarmente acquistato - per il tagliaerba - quello stesso giorno (per provarlo, ha prodotto anche gli scontrini del benzinaio di Daverio). «Non sapendo usare la pompa per travasare la benzina, ha chiamato il compagno per farsi spiegare come fare e i due si sono incontrati lì dove li hanno trovati i carabinieri», ha detto l'avvocato. Evidenziando, inoltre, che non fu mai eseguita una perizia sul contenuto della tanica per stabilire se contenesse davvero il corpo del reato oppure la "verde".
E il giudice Rossana Basile alla fine li ha assolti entrambi.
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