LA RICORRENZA
Basket, 23 anni fa lo scudetto della stella
L’11 maggio 1999 i Roosters vinsero lo scudetto

Una notte magica che Varese aspettava da 21 anni, senza sapere che ne sarebbero passati altri 23 senza festeggiare ulteriori imprese sul campo. Da quell’indimenticabile 1999 l’11 maggio è un giorno speciale per i tifosi del basket cittadino: il decimo Scudetto, quello della Stella da apporre sulla maglia secondo le regole dello sport italiano, fu celebrato con un’esplosione di gioia da una città che dopo i fasti degli anni ‘60 e ‘70 era rimasta ferma a quota 9 titoli italiani dal lontano 1978. Una stagione magica, col presidente Edoardo Bulgheroni che davanti alle grazie della madrina Martina Colombari dichiarò a settembre 1998 le sue ambizioni tricolori, assecondate da una squadra che incendiò Masnago col suo basket spregiudicato, moderno e coinvolgente. La coppia Pozzecco-Meneghin, genio e sregolatezza, supportata dalla classe di Veljko Mrsic, dall’etica lavorativa di Sandro De Pol e della bandiera Cecco Vescovi e dalla coppia di lunghi complementari Santiago-Galanda. A miscelare il tutto Carlo Recalcati, precursore del basket moderno dei 24 secondi e dei lunghi tiratori. Una lunga corsa al vertice col titolo di campione d’Inverno strappato sul campo della Fortitudo di Myers, la grande beffa della finale di Coppa Italia comandata per 35’ e persa contro la zona della Virtus Bologna, il finale di regular season a fari spenti col meno 47 di Treviso e la polmonite di Pozzecco. Ma nei playoff fu un crescendo: 3-1 con Rimini riattivando il Poz, 3-1 con la Virtus Bologna vincendo due volte sul campo dei campioni in carica nonostante la beffa casalinga di Abbio sulla sirena di gara 3. E poi il 3-0 in finale contro la Benetton Treviso: tanta sofferenza nel primo atto vinto all’overtime, una grande impresa in gara 2 al PalaVerde, e infine l’apoteosi di Masnago, esaurita in ogni ordine di posti la sera di quell’11 maggio che nessun tifoso biancorosso può dimenticare. La frattura del naso di Pozzecco ad inizio gara, la striscia di punti di De Pol per l’allungo a fine primo tempo, la schiacciata in contropiede di Meneghin per la sicurezza già a metà terzo periodo. Poi l’esplosione di gioia finale con più di 6mila persone a Masnago, e la festa trasferita nel cuore della città, con la squadra a celebrare fino a notte inoltrata al ristorante Montello e piazza Monte Grappa e le vie del centro invase dai tifosi, soprattutto i più giovani che avevano vissuto solo attraverso i racconti dei padri l’epopea dell’Ignis europea dell’era Borghi. Da allora l’11 maggio è una data indimenticabile per tutti coloro che hanno vissuto quella notte magica del 1999; tutti i protagonisti di quell’impresa sono tornati a Varese, chi come allenatore – Recalcati, Pozzecco e Mrsic – e chi come giocatore – Andrea Meneghin, De Pol e Galanda – senza rivivere più quei fasti. E Varese, che proprio ieri, martedì 10 maggio ha festeggiato la salvezza dell’Openjobmetis 2021/22, attende da allora di celebrare altri successi, confidando nel nuovo progetto di rilancio griffato Luis Scola per respirare nuovamente l’aria inebriante dell’alta classifica dopo un solo playoff raggiunto nelle ultime 9 stagioni.
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