L’INTERVISTA
Scola a tutto tondo: programmi, alleanze e budget dell’OJM
L’ad biancorosso tra il modello Bulgheroni e la visione moderna per la gestione di Varese

«Grande impressione: questo è uno che ne sa!». «Eh sì, forse è la volta buona...». Luis Scola ha fatto breccia nel cuore dei soci del Rotary Club Varese che hanno ascoltato i suoi progetti sportivi e non per il presente e il futuro della Pallacanestro Varese. Il deus ex machina della società biancorossa gioca “in casa” davanti a tanti imprenditori che hanno sostenuto o sostengono ancora la realtà sportiva più gloriosa e importante della città.
Ma la sua cultura aziendale e la sua visione moderna della gestione del club, a fianco di una certezza come Toto Bulgheroni, permettono al “General” di impressionare la platea con un racconto a 360 gradi. E proprio l’ex proprietario della Pall.Varese il modello al quale Scola si ispira nel suo nuovo ruolo da amministratore delegato: lo ha raccontato lui stesso svelando per la prima volta alcuni dettagli del suo suo approdo all’OJM a giugno 2020.
«Ettore Messina mi segnalò la possibilità di giocare a Varese per restare in Italia preparandomi alle Olimpiadi di Tokyo in un club senza coppe europee. I primi approcci furono freddi, poi un giorno andai a pranzo con Toto.
Al ritorno a casa dissi a mia moglie “Ho conosciuto una persona incredibile che mi ha raccontato la sua storia, voglio fare il suo stesso percorso”: per questo sono qui ora». E all’atto pratico Scola è passato da giocatore a proprietario della Pallacanestro Varese, attività intrapresa nella sua “second life” cestistica iniziata dopo i Giochi del 2021. «Da giocatore non potevo dare la svolta alla società: qualche canestro o qualche rimbalzo in più cambiava poco. Mi interessava il progetto futuro relativo alla seconda parte della mia vita: dopo un anno da giocatore è iniziata questa avventura». Che Luis porta avanti ormai da 12 mesi con un ruolo sempre più centrale nella gestione sportiva e societaria. E ha condiviso con i presenti le sue idee su una vasta gamma di argomenti a 360 gradi.
Ecco dunque la “vision” di Scola su quel che è oggi Pallacanestro Varese e suoi cardini del suo progetto:
SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO
«La Pallacanestro Varese deve crescere, ma il suo sviluppo deve essere sostenibile: oggi non abbiamo le basi economiche per acquistare un prodotto già fatto, dobbiamo essere creativi sviluppando quello che abbiamo portando a valere 2 quello che paghiamo 1. Si parla di giocatori, giovani o professionisti, ma anche di struttura e logistica».
CULTURA E TRADIZIONE
«I quasi 80 anni del club sono una certezza acquisita che rappresentano un valore non negoziabile: la storia non si può comprare, nel mondo tutti conoscono Varese per il basket e questo è un aspetto fondamentale».
RESPONSABILITÀ E GESTIONE
«Gestire la Pall.Varese è una responsabilità molto grande che ci impone di non pensare a breve termine: non possiamo permetterci di mettere a rischio quasi 80 anni di storia, e il modello sostenibile significa mantenere in salute la società. Se retrocedi in serie A ci puoi sempre tornare, dal fallimento invece no; per questo è fondamentale operare nell’ambito delle possibilità attuali».
AMBIZIONI E VISIONE
«Ho giocato a pallacanestro e so bene che poi la gente vuole vedere la squadra vincere. Per questo però ritengo che serva la giusta ambizione: oggi la nostra realtà è quella della salvezza, ma non dobbiamo accontentarci di traguardi piccoli. Il percorso per crescere comincia oggi, e l’obiettivo è tornare ai fasti di 30, 40 o 50 anni fa: il cammino sarà lungo ma dobbiamo pensare in grande».
LE PROSPETTIVE DELLA STAGIONE
- «Non faccio proclami, ma sono molto fiducioso: abbiamo costruito una squadra divertente che giocherà un basket piacevole e coinvolgente per i tifosi. Sono certo che la gente apprezzerà il nostro stile di gioco e sarà una stagione bella e piacevole».
GIOCATORI AL CENTRO
«Siamo un’azienda che vende canestri e rimbalzi, dunque dobbiamo essere “player focus”: nulla è più importante per noi dei giocatori. E non mi riferisco solo alla prima squadra, ma anche ai 450 ragazzi delle giovanili che sono il futuro del club. Magari qualcuno di loro diventerà un giocatore della serie A, ma l’obiettivo è fare in modo che tutti diventino appassionati di basket e tifosi della Pall.Varese».
L’ACCORDO CON LA ROBUR
«Oggi non c’è spazio per due società che fanno giocare i giovani a 150 metri di distanza l’una dall’altra. L’accordo era una scelta logica: ci siamo parlati in funzione del fatto che entrambe le parti avevano lo stesso obiettivo, e abbiamo scoperto che dovevamo farlo prima. Forse 20, 30 o 50 anni fa c’era la possibilità di una concorrenza stimolante, ora non ci sono più risorse economiche e logistiche e l’unione fa la forza».
IL CONTENITORE COMUNE
«Varese Basketball è il nome giusto per diventare punto di riferimento del movimento del territorio. Non più Pall.Varese o Robur: usciamo da Masnago e allunghiamo la visione a tutta la provincia. Questa è ancora una società familiare e il settore giovanile coinvolge le famiglie. Nel mio caso specifico ho 4 figli maschi: alcuni giocano in squadre Pall.Varese, altri in squadre Robur. La rivalità non può più esistere...».
MODERNITÀ E GLI ANALYTICS
«Lo “sports business” è cambiato velocemente con utilizzo di tecnologia e scienza; noi non inventiamo niente, cerchiamo di applicare le idee già utilizzate da altri adattandole nella nostra realtà. L’esempio è quello degli analytics, ossia statistiche avanzate che utilizziamo per analisi dentro e fuori dal campo in base a dati numerici anziché occhi o soggettività».
IL RAPPORTO CON IL PELLIGRA GROUP
«Gli investitori australiani hanno un modo assai moderno di interpretare lo sports business, vedi gli investimenti che hanno effettuato tra calcio, basket e baseball ad Adelaide dove hanno costruito stadio e arena. E ci aiuteranno molto nel dare sostenibilità al progetto, esplorando una visione imprenditoriale che ci aiuterà molto».
I RISULTATI E LA LOGICA DELLA DOMENICA
«So benissimo che i risultati sono basilari, ma dobbiamo uscire dalla logica della domenica: bisogna creare un valore più ampio tra struttura societaria, settore giovanile e coinvolgimento del territorio, al di là di vincere o perdere le partite. Cosa comunqeu vogliamo fare il più possibile».
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