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OJM, sollievo Renfro. E doppia presentazione
L’infortunio del pivot non è grave. Ladurner e Villa: energie e dedizione

Varese tira un sospiro di sollievo per Nate Renfro. Confermata la prima diagnosi sull’infortunio al polpaccio del pivot biancorosso dall’esame svolto questa mattina, lunedì 22 settembre, dal giocatore statunitense. La lesione di primo grado sarà rivalutata fra una settimana dopo le terapie del caso; nella migliore delle ipotesi potrebbe tornare ad allenarsi nella fase finale della settimana precedente il debutto stagionale del 5 ottobre a Sassari.
LADURNER E VILLA, ENERGIA E IDEE CHIARE
Nel pomeriggio sono stati presentati Max Ladurner e Mauro Villa, pronti a mettere il loro impegno e la loro dedizione difensiva al servizio dell’Openjobmetis. Il 24enne centro altoatesino e la 21enne guardia argentina con formazione tecnica italiana hanno effettuato la prima uscita ufficiale in pubblico presso lo sponsor biancorosso Seconda Strada: «Sono l’esempio della cultura che vogliamo vedere in campo e fuori: bravissimi come persone e giocatori, punti di riferimento per i nostri giovani che vogliono inserirsi in serie A» li introduce così il g.m. biancorosso Zach Sogolow. Per Ladurner l’OJM è l’opportunità di tornare in serie A dopo il debutto nelle file della sua alma mater giovanile Trento: «Avevo esordito giovane, ma ho iniziato tardi a giocare a basket e ad un certo punto sentivo di aver bisogno di esperienza da protagonista. Per questo sono andato in A2 cercando di acquisire minuti e responsabilità. Quando si è presentata Varese ho detto sì al volo: giocare per un club di grande tradizione è una grande opportunità, cercherò di adeguarmi in fretta al livello più elevato».
IL PRIMO APPROCCIO COL PROFESSIONISMO
Per Villa, prodotto delle giovanili biancorosse, è il primo approccio con il professionismo alla corte di una leggenda come il suo connazionale Luis Scola. «Il salto in serie A era un mio obiettivo; coach Kastritis mi ha chiesto intensità ed energia difensiva lavorando duro ogni giorno in allenamento. Conoscevo il coach dalla stagione passata, so quanto è attento ai dettagli difensivi, e sto cercando di fare quello che mi viene richiesto. Il rapporto con Scola? Io arrivai a Varese a 16 anni, mi ha preso come un figlio. Per un argentino è ovviamente un idolo, ma conoscendolo da vicino è una persona normale, un super papà e compagno ed ora un super dirigente».
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