VERSO IL VOTO
Berlusconi: «Comi in Europa»
Campagna elettorale di primavera: una sola certezza, il ritorno a Strasburgo della coordinatrice provinciale di Forza Italia. Dubbi per Lega (Brianza?) e Pd

Lara Comi si ricandiderà alle elezioni Europee. Con la fine dell’anno iniziano a delinearsi le scelte e le strategie per il voto più importante del 2019. E il primo nome che spunta è anche quello più accreditato, quello della due volte europarlamentare.
«Silvio Berlusconi mi ha chiesto di ricandidarmi – conferma la coordinatrice provinciale azzurra – anche perché sono la donna di centrodestra che ha preso più voti in tutta Italia». Vale a dire 84mila preferenze, contro le 63mila del 2009: un boom di consensi personali fra Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria frutto di diversi fattori che, finora, hanno permesso a Lara Comi di uscire sempre rafforzata dalle elezioni, nonostante il lento declino del suo partito di cui è una fedelissima della prima ora. In questa circoscrizione appare scontata pure la ricandidatura di Silvio Berlusconi. Il fondatore di Forza Italia difficilmente resterà in panchina alla prima occasione dopo la riabilitazione, avvenuta la primavera scorsa, grazie a una decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano. Da qualche mese, infatti, sono stati cancellati tutti gli effetti della condanna subita nell’agosto del 2013 per frode fiscale Mediaset, compresi quelli della legge Severino che prevedevano l’esclusione dalla vita pubblica di Berlusconi per sei anni. E lo stesso Berlusconi ha più volte confermato: «Mi candiderò alle Europee per salvare l’Italia».
In tutti gli altri partiti, essendo ancora a sei mesi dal voto, la situazione è molto più fluida. La partita più interessante avviene chiaramente nella Lega: il movimento è in crescita, i posti da europarlamentare aumenteranno ma, per salire sui carri di Strasburgo e Bruxelles, c’è affollamento. Di certo il Varesotto ha un ruolo di primo piano a Roma, mentre a Palazzo Pirelli è sotto rappresentato e, quindi, si potrebbe rivendicare un ruolo forte in Europa. Già, ma la concorrenza è enorme, soprattutto nelle aree della Lombardia, dove il Carroccio post Bossi e Maroni è decisamente più forte rispetto ai laghi prealpini. Per una candidatura varesina, la persona più papabile potrebbe essere Francesca Brianza: donna, con vocazione europea e, stando ai sussurri, meno soddisfatta di altri dell’attuale ruolo, quello di vicepresidente del Consiglio regionale che è giunto dopo le cariche negli assessorati. Gli altri con ambizioni europee erano Matteo Bianchi ed Emanuele Monti ma, a meno di cataclismi, difficilmente lasceranno il ruolo da deputato con incarichi internazionali e di presidente della Commissione regionale della sanità.
E il Partito democratico? Tutto dipenderà da come andranno le primarie e da chi le vincerà. La situazione non è delle migliori e sarà impossibile confermare i nove europarlamentari eletti nella circoscrizione nord-ovest nel 2014 grazie al 40% del picco di Matteo Renzi. Andrà di lusso se ne verranno eletti tre o quattro. E, in tal senso, i posti potrebbero essere blindati da candidati extra-varesini. Per i nostri, insomma, la porta europea sembra chiusa anche se “in panchina” i nomi forti non mancherebbero come gli ex parlamentari Daniele Marantelli, Angelo Senaldi, Erica D’Adda.
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