IL CASO
"Bestie di Satana, tutto da rifare"
Inattendibili le dichiarazioni di Volpe, Maccione e Guerrieri, secondo il legale di Paolo Leoni il processo dev'essere "azzerato"

Bestie di Satana, nei giorni scorsi l’avvocato di Paolo Leoni, Paolo Franceschetti, ha depositato l’istanza di revisione processuale alla corte d’appello di Brescia. Ora non resta che attendere il pronunciamento della magistratura, i cui tempi sono insondabili. Alla base dell’atto, spiega il legale, ci sarebbero l’inattendibilità delle affermazioni sul ruolo di Leoni - riconosciuto colpevole degli omicidi di Chiara Marino e Fabio Tollis - di Andrea Volpe, Pietro Guerrieri e di Mario Maccione, pure loro condannati per i delitti della setta. E poi l’emersione di «nuovi particolari assolutamente incompatibili con la dinamica dei fatti così come ricostruita al processo». Franceschetti chiede quindi di annullare la sentenza di primo grado emessa dalla corte d’assise di Busto Arsizio, quella di secondo grado della corte d’assise d’appello di Milano e il giudizio della Cassazione che ha confermato l’ergastolo per Paolo Leoni, per l’omicidio di Chiara Marino e Fabio Tollis, assolto per il delitto di Mariangela Pezzotta e la morte di Andrea Bontade (riassumendo: Nicola Sapone due ergastoli. Eros Monterosso ventitré anni e due mesi, Marco Zampollo ventinove anni, Volpe vent’anni, Mario Maccione diciannove anni e mezzo, Pietro Guerrieri dodici anni e otto mesi, Elisabetta Ballarin ventitré anni per il solo omicidio Pezzotta). Franceschetti chiede inoltre di disporre la scarcerazione di Leone, ora detenuto nel carcere Valle Armea di Sanremo. Sotto accusa finiscono insomma i personaggi chiave dell’indagine condotta dagli allora procuratore capo Antonio Pizzi e sostituto Tiziano Masini, ossia il pentito Volpe, il collaborativo Maccione e lo psicolabile Guerrieri, "i quali hanno mentito in modo plateale così che tutta la ricostruzione relativa a questa vicenda deve essere riscritta", si legge nel testo dell’istanza. Istanza dalla quale emerge l’ennesimo giallo, quello di Patrizia Silvestri, satanista nota nell’ambiente. I carabinieri che indagavano sulla vicenda delle Bestie decisero di ascoltarla "per prendere alcune informazioni sul satanismo in genere e per vedere di inquadrare meglio il contesto nell’ambito del quale le vittime e i presunti carnefici si muovessero". La raggiunsero il 1 marzo del 2004 a Roma per porle delle domande. La donna fornì a parere dell’avvocato Franceschetti informazioni interessanti, indicando addirittura il nome di uno dei capi della setta in cui sarebbe stata inserita Chiara Marino, personaggio già noto agli inquirenti e alle cronache: Leonardo Mita, detto Walter. "L’informazione data era importantissima e suscettibile di essere approfondita meglio", sostiene Franceschetti. "Ma non venne fatto". Patrizia Silvestri, in compenso, venne ritrovata decapitata a Roma nel 2006. Il suo cadavere fu rinvenuto in una stazione di servizio, al mattino, dal gestore della pompa. Qualche anno dopo morirà assassinata anche la persona che la Silvestri aveva indicato, ossia Leonardo Mita, l’assassino venne individuato nel marito della donna, che è tuttora in carcere. Franceschetti vuole insomma andare a fondo di questi misteri rimasti insondati. "In tutta questa vicenda c’è una sola certezza: Volpe, Maccione e Guerrieri hanno mentito su tutto, dai particolari più importanti a quelli meno importanti. Ed essendo la condanna di Paolo Leoni fondata solo, o prevalentemente, sulle dichiarazioni di costoro, il processo di revisione si impone".
© Riproduzione Riservata