IPPICA
Bettole, grido d’allarme
Gonnelli: «Senza corse siamo tutti in ginocchio»

L’ippodromo Le Bettole riveste un ruolo fondamentale nella vita della città ed il quadro emerso dalla pubblicazione del calendario nazionale di corse del mese corrente, da cui è stato escluso, mette a serio repentaglio un’intera categoria.
Basti pensare alla situazione dei cavalli delle scuderie di via Galdino e di Mustonate, il cui futuro è strettamente legato alla possibilità di correre sulle piste di casa. I premi al traguardo non consentono infatti ad allenatori e proprietari di sostenere le ingenti spese di trasferta.
A lanciare il grido d’allarme è Marco Gonnelli, rappresentante degli allenatori prealpini: «Non correndo s’interrompe la continuità di tutta la Lombardia che galoppa. Se la situazione non dovesse variare, a partire da lunedì un’intera regione verrà messa in ginocchio».
Ma il discorso si amplia anche all’allevamento, che continua a produrre risultati di prestigio. Gianpiero Soccini, presidente della Società Gestione Aste, non nasconde la propria preoccupazione: «Con lo stop forzato delle corse a Varese anche il sistema allevatorio viene rallentato. La produzione nazionale eccelle per qualità e questo aspetto non può essere trascurato dal ministero competente».
Ma perché Varese, dopo 25 anni di meeting autunno-invernali, è scomparsa dal calendario? Guido Borghi, presidente della SVICC, ne dà colpa alla classificazione degli ippodromi voluta dal precedente viceministro dell’Agricoltura, Giuseppe Castiglione, il cui decreto - annullato dall’attuale ministro Gian Marco Centinaio - ha ancora influenza burocratica: «In rapporto alla classificazione, Varese è considerato un ippodromo commerciale. Tale valutazione dipende esclusivamente dall’erronea misurazione della larghezza della pista sulle diritture, che risulta essere inferiore rispetto ai 20 metri necessari. Ma questa è stata effettuata quando gli steccati erano posizionati più internamente, al fine di preservare la fascia interna d’erba».
È quindi paradossale la revoca delle giornate di corse autunnali, indissolubilmente legate all’anello interno in sabbia, per ipotetici deficit del tracciato in erba. Ad oggi non esistono certezze sulla riapertura e l’eventuale decreto inclusivo dipenderà dall’approvazione della Corte dei conti.
Lo sgomento coinvolge anche il Comune di Varese, proprietario dell’ippodromo. Il sindaco Davide Galimberti ribadisce: «L’amministrazione è molto attenta alla situazione ed è auspicabile che il tutto si risolva già dal prossimo mese».
Si è probabilmente compreso troppo tardi come il sistema ippico, così com’è, non possa reggere e si rischi un default finora soltanto esorcizzato: lottare per non far chiudere l’ennesimo ippodromo è solamente il primo passo per dare nuova vita ad un’ippica da rifondare.
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