IL CASO
Il trampolino rischia il crollo
Dall’Autorità di bacino l’allarme per l’antica “pedana” dei tuffi nel lago. Il Comune: «È dello Stato»

«Se non si interviene in tempi rapidi, la situazione statica può drasticamente degenerare portando a una situazione di pericolo».
La relazione dell’ingegnere Roberto Merli dell’Autorità di Bacino lacuale è chiara: il trampolino che si affaccia sulla riva del lago di Varese, un manufatto storico che risale alla metà degli anni Trenta, necessita urgentemente di ristrutturazione, pena il suo crollo.
«Interamente realizzato in calcestruzzo armato - spiega il professionista a seguito di un sopralluogo - presenta significative problematiche strutturali: due evidenti fessure alla base, distacco del copriferro in svariati punti con messa a nudo delle armature». Dunque, bisogna agire in fretta per poterlo salvaguardare.
Ci si può chiedere a cosa possa servire un trampolino quando le acque non sono balneabili. La stessa domanda può essere rivolta per qualsiasi altra costruzione o oggetto che abbia avuto attinenza con il passato del lago: salvaguardare le opere significa salvaguardare la storia.
Quella struttura che non colpisce per i canoni estetici, con un segno evidente di una manomissione, risalente alla caduta del fascismo durante il quale il trampolino era stato eretto, è lì a ricordare infatti pagine di storia impensabili oggi: era un’attrazione per tutti i giovani che si sentivano privilegiati rispetto agli amici dei paesi vicini. Nessuno di loro, infatti, aveva l’opportunità di tuffarsi nelle acque allora azzurre: Biandronno era l’unico paese munito di trampolino.
Le poche foto che si scattavano, considerate le difficoltà economiche, lo rappresentavano con i ragazzi in posa pronti a tuffarsi per attraversare il lago.
Ora il trampolino si innalza solitario, dimenticato, chiuso alla base da una stanga che ne impedisce la salita e sulla sommità da assi per impedire i tuffi. «L’amministrazione comunale non ha la possibilità di finanziare nemmeno il 50% della ristrutturazione - interviene il vicesindaco Augusto Vanetti -. Sorge in un’area demaniale, quindi di proprietà dello Stato. C’è una norma a cui mi appello che riguarda i bacini dei laghi e che sottolinea il finanziamento regionale nella misura del 100% qualora l’intervento sia di interesse generale». «Ora - prosegue Vanetti - considerando che il trampolino è simbolo di un’epoca e che ha avuto una storia significativa per la nostra gente, perché lasciarlo andare in rovina, quando esiste già un progetto di recupero che potrebbe farlo divenire un completamento d’arredo in uno scorcio di lago dei più belli? La sua ristrutturazione può divenire augurale: quando le acque torneranno pulite costituirà un invito ad immergersi».
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