VARESE
Branduardi all’essenza della musica

Semplificare per far affiorare l’essenza. Togliere non per impoverire, ma per esaltare il cuore della musica e delle emozioni. Negli ultimi tempi Angelo Branduardi è attratto dal gusto della sottrazione, dal desiderio di semplificare i suoi brani per esaltarne la melodia.
Ruota attorno a questa volontà Camminando Camminando, il tour 2017 che, dopo lunghi giri per l’Italia, adesso fa tappa a Varese.
Il concerto acustico è anche l’ultimo appuntamento del Festival dei Laghi Lombardi. Branduardi lo conduce con Maurizio Fabrizio, amico e collaboratore di vecchia data. Fra loro la sintonia è immediata e infatti il concerto si basa sull’abilità dei due di passare con sincronia da uno strumento all’altro, dalle chitarre al violino, dai flauti al pianoforte. Un «magico accrocchio», come lo chiama Branduardi, che permette loro di suonare anche a occhi chiusi ben sapendo lo stesso che cosa sta facendo l’altro, o cosa sta per fare.
Branduardi, che cosa bisogna aspettarsi dal concerto?
«Il concerto è piuttosto inusuale ed è la ricerca del meno c’è, più c’è. Percorre solo parte della mia carriera».
Quali sono i successi che ancora la emoziona suonare? O che il pubblico le chiede?
«Sono molti e io sono molto felice. Pensiamo a un brano come Alla fiera dell’est: un bambino di me non sa nulla, non sa chi sono, ma se gli dici la fiera del topolino conosce questa canzone meglio di tante altre. Questo vuol dire che una piccola parte di me è diventata immortale. Perché la musica dei cantautori è musica popolare. Si è insediata nel patrimonio popolare».
Con Fabrizio vi conoscete da sempre, qual è la cosa più bella di suonare con lui?
«L’assoluta empatia».
È un po’ che non si esibisce a Varese, una città che la ama parecchio e nei cui dintorni ha anche abitato. Cosa le piace della città, anche a livello musicale?
«Esperienze musicali locali ne ho avute poche. Ricordo però uno spettacolo di poesia gestito dal famoso professore del Liceo classico, Silvio Raffo. Fu una cosa molto bella perché alla fine di tutte le letture - eravamo in una antica corte -, uno dei ragazzi si mise a cantare Polorum Regina che guarda caso è proprio il pezzo con cui inizio il concerto con Maurizio».
I ragazzi apprezzano la sua musica?
«Sì, assolutamente, vengono anche dall’estero ad ascoltarmi. A livello di marketing è noto che il tasso di successo duri tre anni. Quindi ogni tre anni si fa un salto generazionale. Io quanti ne ho fatti in 45 anni? Non riesco neanche a calcolarlo!». (c.c.)
Venerdì 15 dicembre al teatro Openjobmetis di Varese, piazza Repubblica, ore 21, biglietti 30/35/40 euro, info 0332.247897.
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