FURTI NELLE VILLE
Ladro seriale tradito dalla forchetta
Incastrato dal Dna trovato sulla posata: gli sono stati attribuiti 45 colpi
Soggiornavano per giorni nelle case di villeggiatura disabitate, dormendo e mangiando, approfittando dell’assenza dei proprietari, cittadini tedeschi oppure olandesi.
Case che poi svaligiavano, portando via tutto ciò che trovavano di prezioso, in particolare televisori e altri elettrodomestici. Ma uno dei tre ladri è stato tradito dalle posate usate per pranzare e cenare: su una forchetta è infatti stata trovata la sua impronta genetica.
All’albanese, trentanove anni, latitante, il pubblico ministero Arianna Cremona ha contestato sedici furti messi a segno tra gennaio e febbraio del 2017 al Villaggio Belmonte.
Con lui, come documentato dalle telecamere di alcuni degli appartamenti visitati, c’erano altre due persone. I carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Luino - ha spiegato il comandante del reparto al giudice del Tribunale a Varese Rossana Basile - rilevarono tre profili biologici sulle forchette lasciate in cucina dopo i pasti, ma solo per uno di questi i Ris di Parma trovarono la corrispondenza con il Dna di una persona già schedata. L’imputato, appunto.
Lo stesso militare ha spiegato la tecnica usata dai topi d’appartamento, che colpivano nel periodo invernale, quando i villeggianti non ci sono: entravano dalle finestre (in alcuni casi smurando le grate) e si piazzavano per qualche giorno nella casa prescelta, mangiando e facendo i loro comodi; di notte, poi, approfittando del buio e della zona isolata, uscivano e andavano a svaligiare le altre ville.
Un modus operandi che si è ripetuto anche l’anno dopo: lo stesso albanese, infatti, è accusato di aver rubato in un’altra decina di alloggi dello stesso residence alla fine del 2018. Anche in quella occasione a incastrarlo furono le tracce biologiche trovate in cucina, oltre che un pezzo del passaporto che gli era evidentemente caduto durante il “viaggio d’affari” sul lago Maggiore. Complessivamente, l’immigrato è stato denunciato cinque volte negli ultimi anni dai carabinieri di Luino, che gli attribuiscono 45 furti nel nord del Varesotto.
In aula è stato ascoltato anche il padrone di una delle case vacanze, da cui sparirono soltanto alcuni attrezzi da lavoro e dove i ladri erano entrati da una finestra per poi cercare di scassinare la porta di ingresso per uscire.
Il processo al cittadino albanese (difeso dall’avvocato Anna Pesenti) è stato rinviato al 21 aprile del 2021, quando arriverà la sentenza.
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