CACCIA
Abbattuti 180 cinghiali in 20 giorni
«È necessario per venire incontro ai problemi che creano in agricoltura»

Caccia di selezione al cinghiale, è partita sia nell’ambito territoriale (Atc) 1 dal 4 luglio, sia nell’Atc 2 dal primo luglio (e durerà fino al 31 gennaio). A distanza di poche settimane si possono tirare le prime somme.
Con i suoi 1.600 cacciatori l’Atc 2, che si estende da Buguggiate a Capolago, da Laveno e poi sino a Saronno, per un totale di 84 Comuni, può operare solo con la caccia di selezione. «Potevamo abbattere, fino a gennaio, un numero massimo di 250 cinghiali. A oggi siamo arrivati a 130 : con 25-30 cacciatori che escono ogni sera, siamo giunti facilmente a questo risultato», dice Rino Ferrario, responsabile Ctu (comitato tecnico ungulati) dell’Atc 2.
Un risultato che risponde prima di tutto alle richieste che provengono dal territorio, cioè agricoltori e privati che si vedono sempre più devastare campi e giardini. Gli fa eco Tiziano Miglierina, il presidente di Atc 1, che conta un migliaio di cacciatori, e che ricomprende, tra le altre, anche la zona del Campo dei Fiori: «Ci erano stati assegnati 140 cinghiali da abbattere: solo mercoledì sera ne sono stati eliminati 51».
In questo periodo è aperto l’abbattimento solo a questi ungulati, per una caccia esclusivamente di selezione: si cerca di regolamentare una situazione che vede, soprattutto in questi mesi, un gran proliferare di questi animali.
«Si sono accaparrati il territorio, espandendosi - dicono i cacciatori - Il fatto che l’inverno scorso non abbia mai gelato, i piccoli siano riusciti a crescere quindi in gran numero e sia stato più facile con il terreno non ghiacciato trovare tuberi e altro, ne ha incrementato il numero». Si trovano animali che, a 9 mesi, pesano facilmente 80 chili e sono in perfetta salute, per di più «urbanizzati», cioè ben lontani dalle loro zone di appartenenza.
La buona salute è confermata anche dai controlli sanitari e veterinari una volta abbattuti i capi. La ricerca delle trichine, per una parassitosi dell’animale che si trasmette anche all’uomo tramite la filiera della carne se commercializzata, per fortuna non dà mai esito positivo: quindi i capi sono sani. I controlli avvengono al centro zooprofilattico di Binago, dove ogni venerdì vengono inviati dai cacciatori frammenti di diaframma dei cinghiali per la ricerca.
Una volta superati i controlli, gli animali vengono spesso donati dai cacciatori a enti no profit, oppure consumati autonomamente o venduti.
La caccia al cinghiale avviene un’ora prima dell’alba e 2 ore dopo il tramonto; in mezzo a questo orario ci sono ore di osservazione sul territorio per avvistare gli esemplari. E, per i cacciatori lombardi, è ammessa dalla Regione la pasturazione: granturco o pane che servono per attirare i capi.
© Riproduzione Riservata