IL CASO
Ladro incastrato dal sangue sul cuscino
Forse feritosi forzando la portafinestra, identificato dai Ris: ora è a processo

Durante un furto in una villa di Brusimpiano, uno dei tre ladri - forse feritosi forzando la portafinestra del salotto - perse del sangue. Una goccia finì sulla federa e grazie a quella traccia ematica i carabinieri del Ris di Parma sono risaliti a un trentasettenne albanese, con una lunga lista di precedenti. L’uomo è adesso alla sbarra per furto in abitazione.
È l’unico imputato, perché i due complici non sono mai stati identificati. Per lui, ieri in Tribunale a Varese, il pubblico ministero Antonia Rombolà ha proposto una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione. Il difensore, l’avvocato Alberto Talamone, ne ha invece chiesto l’assoluzione, mettendo in dubbia la compatibilità del profilo genetico del ladro con quella del suo cliente e contestando la mancanza di una comparazione fotografica tra gli uomini immortalati dalle telecamere della villa e l’imputato. Il giudice Valentina Maderna leggerà la sentenza venerdì prossimo.
Il furto fu messo a segno nel 2016. I padroni di casa erano assenti e quando rientrarono trovarono l’alloggio a soqquadro. Erano spariti gioielli, alcuni preziosi cronografi e un personal computer. I malviventi, che erano stati ripresi dal sistema di videosorveglianza, avevano lasciato in casa gli arnesi da scasso (nella cabina armadio c’era un piede di porco), ma soprattutto avevano perso qualche goccia di sangue. I carabinieri di Marchirolo inviarono il cuscino insanguinato ai colleghi del Ris, e da quella impronta genetica i militari risalirono a un albanese classe 1983. Che adesso rischia oltre tre anni di carcere.
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