LA DECISIONE
Buguggiate lascia Coinger: «Servizio inadeguato e scelte imposte»
Il Comune esce dalla società di gestione dei rifiuti: «Ora valutiamo alternative più flessibili ed economiche»

Buguggiate esce da Coinger, la società in-house per la gestione dei rifiuti che riunisce diversi Comuni della provincia di Varese. La decisione, formalizzata dal Consiglio comunale, arriva alla scadenza dei termini previsti per comunicare il recesso, fissati a sei mesi prima del 31 dicembre 2025. La motivazione principale è la valutazione negativa del servizio reso da Coinger, ritenuto dal Comune inadeguato e spesso oggetto di lamentele da parte dei cittadini. Ma soprattutto, secondo l’Amministrazione, la società ha perso nel tempo la sua vocazione originaria di trasparenza e controllo da parte dei Comuni soci, a causa di modifiche statutarie adottate prima dell’insediamento dell’attuale Amministrazione. «Coinger avrebbe dovuto essere una società realmente partecipata e controllabile – spiega il sindaco di Buguggiate, Matteo Sambo –, ma le modifiche allo Statuto e le scelte fatte a maggioranza da altri Comuni ne hanno snaturato il funzionamento rendendola inconsistente».
Cinque anni fa, Buguggiate – insieme ad altri nove Comuni su 25 – aveva avanzato una proposta alternativa al progetto originario, più sostenibile sia dal punto di vista operativo che economico. La maggioranza, però, ha respinto queste proposte, scegliendo di proseguire con il piano iniziale. Questo ha portato ad azioni differenti tra i dieci soci: tre Comuni hanno scelto di uscire dalla società, avviando contenziosi legali; quattro, tra cui Buguggiate, hanno ottenuto un regime sperimentale noto come “doppia velocità”; mentre i restanti si sono adeguati alla linea decisa dalla maggioranza. «A distanza di cinque anni – prosegue Sambo – dopo una serie di continui ritardi e correzioni che non hanno permesso a Coinger di attuare la tariffa puntuale di bacino come da progetto, Coinger ha adottato un modello molto simile a quello che proponevamo noi, ma con forti aumenti tariffari. Aumenti che noi, a Buguggiate, abbiamo coperto con fondi propri per evitare di superare le soglie imposte da Arera, l’ente di controllo».
La scelta del recesso arriva anche in seguito a una ricognizione del mercato, che ha mostrato la presenza di alternative più flessibili, personalizzabili ed economicamente vantaggiose, in grado di rispondere meglio alle esigenze di un Comune di piccole dimensioni. La decisione di procedere ora è dovuta alla mancanza di adeguamento dei termini (nella “doppia velocità” si concordavano tre anni e mezzo di sperimentazione, ma il termine ufficiale per pretendere il recesso è rimasto il 31 dicembre 2025) e una sperimentazione di soli sei mesi non è sufficiente a darci numeri e risultati significativi. Nonostante le incognite – come i costi dell’uscita e la rivalutazione delle quote investite – l’Amministrazione guarda al futuro con fiducia: «Il percorso richiederà impegno e attenzione – conclude il sindaco – ma siamo convinti che oggi più che mai serva una gestione moderna, sostenibile e costruita sulle reali necessità della nostra comunità».
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