INCENERITORE
Accam, colpo di grazia
Decreto ingiuntivo del giudice per saldare il gestore: 4,4 milioni. La società aveva smesso di onorare i conti per il contenzioso sull’incendio. Oggi altro vertice

Un’ennesima mazzata sta per arrivare sull’inceneritore Accam e sulle sue speranze di risollevarsi. E, se i prevedibili ricorsi non saranno accolti, potrebbe essere il colpo di grazia al mantenimento in vita dell’impianto. O, perlomeno, a una sua sopravvivenza con controllo pubblico.
L’ordine di saldare il conto
Il Tribunale di Busto, accogliendo le rimostranze della società Europower (che della struttura di Borsano gestisce tutta la parte tecnica, con una cinquantina di addetti), ha infatti emanato un decreto ingiuntivo affinché Accam saldi le fatture inevase, per una cifra mostruosa che supera i 4 milioni e 400mila euro. L’ordine non comprende l’immediata eseguibilità, quindi significa che, una volta che il provvedimento verrà notificato, la società composta da 27 Comuni e presieduta da Angelo Bellora, avrà 40 giorni per presentare osservazioni e sperare che il giudice ci ripensi. Altrimenti, presumibilmente attorno alla primavera, quel debito andrà saldato. Inoltre, elemento non da poco, la somma conteggia il lavoro svolto da Europower sino a fine luglio, ma in realtà la collaborazione fissata da un contratto sta proseguendo anche oggi, quindi altre rate (per quasi mezzo milione al mese) andrebbero onorate.
Il braccio di ferro sull’incendio
Sul perché Accam abbia smesso di versare i soldi al suo gestore, è presto detto: si tratta di una forma di tutela perché, rispetto al rovinoso incendio che a inizio gennaio ha mandato al rogo le due turbine che producevano energia, la società ha avviato un contenzioso per addebitarne la responsabilità al privato. Il quale è tuttavia pronto a dimostrare che toccava al cda predisporre le manutenzioni e stendere una polizza assicurativa che invece non c’è. Così Accam, unilateralmente, ha deciso di non pagare più Europower, in attesa di un verdetto per cui forse ci vorranno anni. Ma l’appello inoltrato dalla ditta ha per ora trovato accoglimento. E impone così di pagare.
Tensioni e scenari
Questa pesante novità, arriva proprio nei giorni più caldi per decidere cosa fare dell’impianto. Proprio oggi dovrebbe tenersi un altro vertice per analizzare le prospettive, anche in base a un piano industriale che prevede lo slittamento della chiusura dei forni dal 2027 al 2032 (ma la Lega di Busto si oppone) e il coinvolgimento di una nuova società ( Newco) che abbia come protagonisti la legnanese Amga (che pare disponibile) e la bustocca Agesp, dove addirittura hanno detto di non sapere nulla dell’ipotesi di acquisire il 30 per cento dell’inceneritore. Così, fra debiti che aumentano (visto che la non produzione di energia, che durerà ancora a lungo, mangia più di tre milioni l’anno), gare obbligatorie per mantenere il servizio nei Comuni (a cui la Spa di Borsano potrebbe non essere in grado di partecipare) e piani di salvezza contestati, ora l’orizzonte si fa scurissimo. Forse solo la cessione del 51 per cento a un privato potrebbe salvare dal fallimento. Ma è una strada che imporrebbe scelte drastiche e osteggiate dalla gran parte dei soci.
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