VIA QUINTINO SELLA
La pizzeria della mafia ai senzatetto
Ristrutturazione da 138mila euro, poi l’edificio agli sfrattati

Ristrutturare l’immobile di via Quintino Sella, a Busto Arsizio, confiscato alla criminalità organizzata, per assegnarlo a single o famiglie in condizione di vulnerabilità sociale ed economica.
La giunta ha deliberato una spesa di 138mila euro (69mila a carico dell’amministrazione comunale e gli altri 69mila derivanti da un contributo regionale, da richiedere in questi giorni) per effettuare i lavori di sistemazione dello stabile (un’ex pizzeria) confiscato alla mafia e assegnato nel 2017 al Comune di Busto dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Una volta effettuati i lavori di manutenzione straordinaria, l’edificio - che consta di tre unità immobiliari (un negozio al piano terra e due appartamenti al primo piano) - verrà riutilizzato per ospitare temporaneamente famiglie (o persone singole) residenti a Busto Arsizio e alle prese con situazioni di emergenza abitativa (persone sfrattate per morosità o comunque senza alloggio a causa della povertà estreme, genitori separati), ma anche donne vittime di violenza.
A questo scopo il Comune inoltrerà alla Regione la domanda di accesso al contributo (69mila euro a fondo perduto) che costituisce la metà dell’importo necessario per sostenere le spese. Una possibilità offerta dalla delibera di giunta regionale 291 del 2020.
Fame abitativa sempre più diffusa
È un’altra risposta alla fame abitativa sempre più diffusa sul territorio: nell’ultimo consiglio comunale è stato approvato con voti bipartisan il regolamento dei servizi abitativi transitori, presentato dall’assessore all’Inclusione sociale Osvaldo Attolini.
A dicembre 2020 il Comune aveva pubblicato un bando per l’assegnazione in comodato d’uso, a scopi sociali, delle unità immobiliari confiscate alla criminalità organizzata, ma le tre domande pervenute non sono state accolte per motivi diversi: la prima proposta progettuale (quella della cooperativa sociale “La Valle di Ezechiele”) prevedeva un utilizzo degli spazi anche per attività commerciali, perciò non in linea con le finalità sociali richieste; mentre gli altri due progetti (avanzati da “La Banda” e dall’associazione temporanea di imprese “Fondazione San Carlo - Intrecci”), seppure coerente con gli scopi indicati dall’amministrazione, avrebbero comportato costi da coprire con le entrate derivanti dalle rette a carico dell’amministrazione stessa.
Così il Comune ha deciso di non procedere con l’assegnazione delle unità immobiliari in comodato d’uso, optando per la ristrutturazione dell’immobile a finalità sociale. I lavori dovranno partire entro 6 mesi dalla notifica di assegnazione del finanziamento, e dovranno concludersi entro i 20 mesi successivi.
Niente riparazione di biciclette
Nel 2018 l’amministrazione aveva siglato una convenzione con una cooperativa, per insediare nel locale di via Quintino Sella un’officina per la riparazione di biciclette, all’interno della quale avrebbero dovuto lavorare ex detenuti o detenuti in semilibertà. Il progetto però si era arenato prima ancora di partire, per decadenza della concessione.
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