IL CASO
Archiviazione? La Coop dice no
Intanto la polemica politica non si placa: «Ora Antonelli si deve dimettere»

Grande tensione, ieri mattina, in municipio, dopo la pubblicazione delle intercettazioni del dialogo tra Nino Caianiello e il sindaco Emanuele Antonelli sulla possibilità di rallentare i lavori della rotatoria necessaria all’avvio del supermercato Coop in viale Duca D’Aosta. Il sindaco, per quanto libero dall’accusa di abuso d’ufficio, grazie al Decreto Semplificazioni dello scorso anno, prepara una replica.
Intanto, l’avvocato Giacomo Longhini, che difende Coop, ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione per l’abuso di ufficio, ritenendo superata l’interpretazione data dal pm Martina Melita. Secondo il legale, l’atto va messo in verifica perché il documento di archiviazione è del 19 gennaio ma la sesta sezione della Cassazione ha pubblicato sullo stesso tema, in data 28 gennaio, una sentenza che afferma cose diverse. Viste le intercettazioni della guardia di finanza, ora si parla di “ingerenza esplicita” nei confronti di chi sarebbe stato obbligato a fare altro. Sarà il gip a decidere sulla sussistenza o meno dell’abuso d’ufficio.
Intanto, resta da chiarire anche la posizione della dirigente Monica Brambilla e dei dipendenti comunali coinvolti nella pratica.
Monta la contestazione
La polemica politica non si placa, con Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva unanimi nel chiedere le dimissioni di Emanuele Antonelli. I consiglieri pentastellati Claudia Cerini e Luigi Genoni definiscono «pesantissime» le intercettazioni telefoniche che vedono protagonisti il sindaco e Caianiello. I due esponenti del Movimento invocano anche la rimozione dei dirigenti coinvolti nella vicenda. Non solo: «Siamo pronti a portare una mozione di sfiducia in consiglio comunale – annunciano i consiglieri del M5s – e chiediamo a tutte le forze politiche che credono nella legalità e nella trasparenza di aiutarci in questa azione».
Un’istanza accompagnata da una stoccata al Partito Democratico: «In passato il Pd, che oggi chiede le dimissioni di Antonelli per voce del suo candidato sindaco Maurizio Maggioni, non ci ha seguito in questa richiesta, che avevamo già proposto per i gravi fatti della “Mensa dei poveri”: si vede che sull’argomento Coop sono più sensibili».
Anche Amanda Ferrario, candidato sindaco supportato da Movimento 5 Stelle, Verdi e Sinistra Italiana, attacca Antonelli («Come emerge dalle vicende di questi giorni sulla Coop, non ha perseguito il bene comune nel rispetto delle norme e della legalità») senza risparmiare una sferzata al Pd: «Finora ha fatto da stampella a una giunta francamente imbarazzante: il sindaco ha fatto il suo tempo, ma è ora che si faccia da parte anche chi è stato a guardare in silenzio e senza esporsi».
«SERVE IMPARZIALITÀ»
I dem ribadiscono che sarebbe opportuno un passo indietro da parte di Antonelli: «Un sindaco deve guidare il Comune in maniera imparziale – sottolinea la capogruppo Valentina Verga -. Le frasi emerse dalle intercettazioni non sembrano certo improntate ai princìpi di una corretta amministrazione. A prescindere dai risvolti giudiziari, c’è un evidente problema politico. E credo che Antonelli dovrebbe fare chiarezza, anziché stare in silenzio come in altre vicende negative che hanno toccato da vicino l’amministrazione». Si unisce alla schiera di chi invoca le dimissioni di Antonelli anche Davide Boniotti, coordinatore cittadino di Italia Viva: «Le parole trascritte dalle intercettazioni non sembrano lasciare dubbi di interpretazione, aprendo ancora una volta il sipario sulle dinamiche di gestione della nostra città. Il primo cittadino abbia se non un moto di orgoglio, almeno un minimo di senso civico e faccia un passo indietro per tutelare il buon nome di Busto».
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