IL CASO
«Non li vogliono più»
Emergenza al canile a causa di chi rinuncia a tenere gli animali in casa

Il canile ha ormai un’organizzazione collaudata, tre educatori cinofili (Emanuele, Laura e Alessandro) che seguono ogni caso con cura, tanti volontari che danno una mano, numerosi altri che non fanno mancare cibo e sostegno, tant’è che il mercatino natalizio realizzato per aiutare i progetti sta funzionando a mille. E poi c’è il numero delle adozioni che cresce esponenzialmente, dando una casa ai tanti Fido che cercano una famiglia con cui vivere e a cui dare tutto l’affetto possibile.
LE ADOZIONI INCOSCIENTI
Eppure il bilancio di fine anno non è tutto rose e fiori per la struttura gestita da Apar. «Purtroppo c’è un’emergenza con cui facciamo i conti e ci rende tristi», spiegano Anna Gagliardi, referente della realtà di via Canale, e gli altri collaboratori. «Si tratta delle tantissime chiamate che riceviamo di persone che vogliono disfarsi dei loro quattro zampe. Abbiamo almeno un caso a settimana e, salvo rare situazioni in cui le condizioni per mantenere un animale vengono a mancare, quasi sempre facciamo i conti con il risultato di prese in carico fatte con superficialità». A chi opera in Apar questa situazione crea un enorme cruccio: «Siamo costretti a dire quasi sempre di no, ma è chiaro che questo desiderio di abbandono è un problema, né sappiamo a cosa possa portare. Per questo lo diciamo sempre a chi viene da noi per prendere un cane di farsi consigliare. La teoria di volere un cucciolo da far crescere assieme a un bimbo non è per tutti ottimale. molti non capiscono la responsabilità che si prendono, non si sta per portare in casa un giocattolo da gettare quando non piace più». E invece la casistica di rinunce si sta facendo impressionante.
LA SOLIDARIETÀ CONSOLANTE
Eppure, come detto, il canile sta anche vivendo un momento confortante, frutto della crescente sensibilità per gli animali. «Abbiamo avuto un boom di adozioni, persino tre cani con problemi di salute che i nuovi proprietari hanno voluto consapevolmente affrontare», sottolinea Gagliardi. Ma non solo: «Gli amici che ci aiutano non mancano - aggiunge uno degli educatori - tanto che alla pizzata solidale c’erano 140 persone e il mercatino è sempre molto frequentato». Persino le campagne specifiche per alcuni animali in difficoltà sono andate a segno: quelle per i tre con le anche da operare, oppure la generosità per Wendi, costretta a mangiare “in piedi” per problemi all’esofago. Ora c’è il caso di Lidia, una rottweiler con il crociato rotto: operarla costerà 1.200 euro, per questo si stanno raccogliendo soldi per la sua causa. «Noi facciamo il possibile - concludono da Apar - ma speriamo che si fermi questo fenomeno delle rinunce di proprietà, giunto ormai a livelli drammatici».
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