LA CURIOSITÀ
Cent’anni di ospedale in un libro
Da Schuster a Einaudi, dal re a Martini, le firme dei visitatori illustri raccontano un secolo di sanità bustese

La firma più “antica” è quella del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, il 20 ottobre 1920 (quasi un secolo fa dunque), tracciata con la sua grafia minuscola e ordinata.
Oltre ad augurare “sanità e serenità agli infermi”, l’arcivescovo benediceva “i nobili benefattori e dirigenti” dell’ospedale bustese, “imitatori di Dio nel beneficiare l’umanità”.
Sul libro storico che l’Asst Valle Olona conserva con grande cura, si può ricostruire la lunga avventura di una istituzione molto legata al territorio: nato grazie a tanti benefattori, anche in emergenza Covid l’ospedale di Busto Arsizio ha potuto contare su grande generosità, al punto che le donazioni per l’Asst hanno superato il milione di euro.
Il libro è emerso dagli archivi venerdì 12 giugno, per l’inaugurazione del reparto che al settimo piano del Polichirurgico accorpa Cardiologia, Chirurgia vascolare e Unità coronarica. «Le firme danno il significato di una continuità - ha evidenziato il dg Eugenio Porfido - Da quando è nato, l’ospedale garantisce assistenza a tutti i cittadini e anche durante la pandemia nessuno qui è rimasto senza cure adeguate».
L’ultima firma è quella di Giulio Gallera: l’assessore regionale al Welfare aveva chiuso il primo volume, il 29 gennaio 2018, inaugurando Ginecologia e Ostetricia. Venerdì ha avviato il nuovo corposo libro.
Sul primo si trovano firme che hanno segnato la storia, nel bene e nel male. Il 25 ottobre 1924 a visitare il nosocomio fu Benito Mussolini, Duce dell’Italia fascista. Il 21 giugno 1927, toccò a Vittorio Emanuele III ricordare Enrico Candiani e il tenace lavoro di molti bustesi che donarono con generosità “alla più nobile fra le sociali istituzioni”. Su questa pagina, come in molte altre, il ricordo della giornata venne redatto in caratteri particolari, tracciati dalle suore dell’ospedale nello stile degli amanuensi.
Nel 1951 quella di Luigi Einaudi, presidente della Repubblica italiana dal 1948 al 1955. Ben più recente la presenza di Carlo Maria Martini: l’arcivescovo raggiunse l’Ospedale di Circolo il 22 marzo 1981, per benedire proprio il Padiglione Polichirurgico che ora al settimo piano accoglie un reparto tecnologicamente avanzato, per fornire cure ai malati di cuore e di patologie vascolari. Un reparto diventato Covid in febbraio e ora consegnato a un nuovo futuro.
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