LA LETTERA
Chiude l’Univa di via Mameli, il ricordo
Marilina Crespi Kubice, prima segretaria degli industriali, ricorda la storia della sede di Busto Arsizio

La riorganizzazione di Confindustria Varese, con la chiusura delle sedi di Saronno prima e di Busto poi (in vista del trasloco al Mill di Castellanza), al centro di una lettera ricevuta da una lettrice, che pubblichiamo.
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Ad un passo dall’ETERNITÀ. La realtà quotidiana mi coinvolge con notizie che risvegliano la memoria di un passato che fa rivivere la genialità, il coraggio, l’onestà di pilastri – creatori di lavoro – della nostra storia, che – ricchi di capitali spirituali, aiutati da responsabilità direttive, hanno reso la nostra Busto la Manchester d’Italia. L’Ubi (Unione bustese industriali) di via Mameli 1 ha chiuso la sua porta. Quella porta caparbiamente voluta negli anni ’50 da uomini lungimiranti del mondo cotoniero, da galantuomini instancabili e perenne resterà la loro dedizione per la rara fedeltà al lavoro, per l’alto ingegno tecnico-organizzativo e nobile sostanza di sentimenti ed io con le mie 94 primavere sono l’ultimo testimone di quello staff con Carlo Comerio presidente e colonnello Tramonti che ha guidato un esercito di 400 aziende e che ha fatto nascere una realtà indispensabile per affiancare l’operosità della nostra gente. Rossini – Ferrario – Milani – Tosi – Comerio – Avanzini – Bianchi – Brazzelli – Toia – Tognella – Tronconi – Grassi-Brugnoli – Magugliani – e ancora... Nell’archivio indistruttibile della memoria rimane e resterà perenne la gratitudine e la speranza che – in questo difficile momento per l’Umanità, sia esempio per le nuove, giovani generazioni che si apprestano con entusiasmo e lungimiranza ad affrontare nuovi orizzonti e con orgoglio e impegno non tradiscano le nostre sacre radici. Condivido l’ambiziosa necessità del nuovo fenomeno: dialogo scuole-università-lavoro è un ponte che creerà valide motivazioni per condividere il proprio bagaglio di esperienze e guardare al futuro con fiducia e sfida. Conosco la mia “gente” volitiva, creatrice, un po’ grezza ma dignitosa che sempre ha illuminato con il suo lavoro quegli ideali senza i quali non c’è motivo di vivere. Ai miei “bustocchi” l’augurio più sentito di un percorso di lontananza e luce.
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