AL TESSILE
Divieti per le pulizie, multe e rabbia
Cinquanta le vetture sanzionate. La protesta: «Vigili comparsi dopo anni»
Un’ora abbondante di perlustrazione mattutina e così una sola pattuglia della polizia locale, ieri, è rientrata al comando dalla zona che circonda il Museo del Tessile con i libretti dei verbali praticamente esauriti.
Una cinquantina di multe, infatti, sono state infilate nei parabrezza di altrettante automobili che, nella fascia oraria che va dalle 6 alle 8, erano state lasciate su posteggi che invece - ogni secondo martedì del mese - in quel lasso di tempo andrebbero lasciati liberi per consentire la pulizia stradale e lo spazzamento con i macchinari.
I cartelli che impongono il divieto ci sono, ormai da anni, ma il punto è proprio temporale: «Io abito qui e saranno quasi dieci anni che nessun vigile passa a controllare la situazione, tanto meno a multare, anche perché molto spesso le spazzatrici neppure passano», dice Franco Cannavò, residente in via Quintino Sella, che di veicoli nella vicina via Adige ne aveva lasciati due, ritrovandosi ora fra le mani altrettante sanzioni, ciascuna da 42 euro.
Il punto focale che scatena la rabbia - e che lo accomuna a tanti altri cittadini che abitano e lavorano da quelle parti - poggia insomma sulla sensazione di essere finiti vittime di un raid «deplorevole per le modalità di esecuzione del provvedimento, per quanto tecnicamente corretto».
«L’attività della pattuglia - spiega Cannavò - è avvenuta non solo in via Adige, ma anche nelle vie Parini, Galvani, Albertario e zone limitrofe. Fatto così, sembra proprio un tentativo di mettere le mani nelle tasche dei cittadini per fare cassa». E spiega: «Dovere dell’amministrazione comunale è provvedere nei giorni stabiliti all’erogazione del servizio, fosse anche quello di multare, ma questo non viene rispettato con puntualità altrimenti avrei decine e decine di verbali in casa. Invece sono arrivati all’improvviso, sicuri di sorprendere molti che erano ormai abituati a una certa situazione, oltretutto con l’orario di accertamento della violazione che sulle mie macchine riportava sempre le 7, sebbene fossero distanti l’una dall’altra. Io penso che noi cittadini abbiamo diritti e doveri verso le istituzioni, così come li hanno le stesse istituzioni nell’erogare i servizi alla comunità».
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