IN CERCA DI UN TETTO
Quando la casa diventa un miraggio: emergenza a Busto
Aumenta la fascia di persone che non possono chiedere una casa popolare ma non riescono a trovare un alloggio. L’assessore: «Meccanismo domanda-offerta da ripensare»

Cercansi disperatamente alloggi. È l’emergenza abitativa la questione che assilla maggiormente i servizi sociali di Busto Arsizio. Senza trascurare altri ambiti, altrettanto impegnativi (povertà estrema, minori in difficoltà, sostegno alle persone con disabilità), al momento il problema numero uno si chiama “casa”. «Si sta allargando quella zona grigia composta da persone che non hanno la possibilità di accedere a un immobile – sottolinea Paola Reguzzoni, assessore all’Inclusione sociale -. Il meccanismo che regola domanda e offerta è tutto da ripensare».
NE’ POVERI, NE’ STABILI
Per “zona grigia”, l’assessore Reguzzoni intende quella fascia di popolazione – sempre più ampia – non abbastanza povera da poter richiedere una casa popolare, ma neppure così stabile economicamente da ottenere un alloggio in locazione sul mercato privato. Parliamo di precari, cittadini con contratti a tempo determinato, giovani alle prime esperienze lavorative, nuclei mono-genitoriali, anziani soli. Per queste categorie, la ricerca di un alloggio si rivela spesso (diciamo quasi sempre) un’odissea. E nemmeno la richiesta di una casa popolare è un’opzione, non rientrando questi casi nei parametri richiesti. Che fare, dunque? Il Comune ha promosso l’Agenzia dell’abitare per favorire la locazione accessibile. L’obiettivo dell’amministrazione è mettere in moto un’attività di mediazione tra la domanda e l’offerta di alloggi.
L’articolo completo sulla Prealpina di martedì 16 settembre in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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