L’ALLARME
«Mamma, paga 970 euro»: truffa a Busto Arsizio
Sessantenne ingannata dai messaggi del finto figlio: diceva di avere rotto il telefono

La fantasia dei truffatori è davvero illimitata. Così come la loro capacità di utilizzare la tecnologia per i loro fini criminali. L’ennesimo raggiro - di cui è stata vittima una donna di Busto di circa 60 anni - è accaduto giovedì 6 luglio. La signora ha ricevuto sul proprio cellulare un messaggio di questo tenore: «Ciao mamma, mi si è rotto il telefono. Per favore, scrivimi il prima possibile».
Al testo era allegato un link su cui la donna ha prontamente (quanto ingenuamente) cliccato. Un errore madornale, perché da quel momento la signora ha avviato una conversazione su WhatsApp con quello che riteneva in buona fede essere il figlio, ma che in realtà era un perfetto sconosciuto, per giunta malintenzionato. Nei suoi messaggini, il sedicente figlio ha raccontato di nuovo la frottola del telefono rotto, aggiungendo di aver trovato (tramite un inesistente amico «che lavora in un’azienda di telefonia») un’occasione ghiotta per rimediare alla rottura del vecchio cellulare. «L’amico mi ha detto che c’è un telefono di ultima generazione in offerta a 970 euro, un prezzo molto più basso rispetto a quelli di mercato – questa è la balla raccontata dal truffatore alla malcapitata -. Per favore, vai dal tabaccaio e paga sul codice utente che ti mando tra poco. Puoi pagare anche in contanti. Stasera, quando torno a casa, ti restituisco i soldi».
Purtroppo la donna non è stata neppure sfiorata dal dubbio che potesse trattarsi di un clamoroso imbroglio. Per lei, l’autore di quei messaggi su WhatsApp era proprio il figlio. E da buona mamma generosa, dopo pochi minuti si è recata in tabaccheria per eseguire le istruzioni datale dal finto figlio in chat. Peccato che quei 970 euro, in contanti, siano stati caricati sui codici forniti dall’imbroglione.
Si può immaginare lo shock del figlio (stavolta quello vero) quando, in serata, la madre le ha parlato della faccenda.
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