DOPO LO SCANDALO
«Ho preso la tubercolosi in carcere»
La denuncia di un detenuto, ma il direttore replica: «Era asintomatico»
Dopo lo scandalo delle mazzette sul lavoro in carcere, tra gli ex detenuti c’è chi rivendica i diritti negati a favore dei cosiddetti «privilegiati dell’area trattamentale».
Abdelmlek Abdelhak lamenta che in quattro anni e due mesi non abbia avuto un’educatrice e, cartella clinica alla mano, sostiene che in cella abbia contratto la tubercolosi. «È vero che era sano e poi è risultato positivo al test mantoux, ma non si è mai ammalato», replica ora il direttore Orazio Sorrentini – Se fosse stato malato, non avrebbe potuto lavorare a lungo come invece ha fatto».
Abdelhak era entrato in via per Cassano nel 2016 senza particolari patologie, a fine del 2017 il test di mantoux risultava positivo. «Sono stato discriminato dall’assistente sociale del Sert e mi ha negato il programma terapeutico – ha raccontato giorni fa - mi sono rivolto al Prap e al garante dei detenuti, Matteo Tosi, gli ho raccontato la mia situazione, speravamo che denunciando il fatto attraverso La Prealpina qualcosa cambiasse, invece è peggiorato».
«Di fatto – chiarisce il direttore Sorrentini – quel detenuto aveva il bacillo della tubercolosi ma la malattia non si è mai sviluppata, per dirla in termini Covid era in pratica asintomatico. Comunque, a me risulta che abbia lavorato e per farlo aveva ottenuto il nullaosta sanitario. Ci risulta abbia lavorato dall’8 luglio 2019 fino al giorno in cui è uscito di cella. Non è vero che non gli siano state concesse opportunità lavorative, né che non abbia avuto accesso alle graduatorie per l’articolo 21 interno: è stato impegnato per 8-9 mesi».
Le versioni sono contrastati, spetterà agli inquirenti chiarire ogni cosa. Intanto, il via per Cassano, i positivi al coronavirus sono ora 46 e non si registrano situazioni gravi. Trenta attendono il tampone che sancisca la fine della quarantena.
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