LA TENDENZA
Il market chiude? Diventa cinese
Secondo caso in città di attività rilevata dagli orientali. Il nome: “Casa Busto”
Un supermercato o un minimarket cessano l’attività perché il giro d’affari non risulta sufficiente per mantenere i dipendenti? Tranquilli, nessun problema, perché ci stanno pensando gli imprenditori cinesi a rilevare gli esercizi in difficoltà e a lanciare una nuova sfida in quegli spazi lasciati desolatamente vuoti dagli italiani.
Infatti, se già ha fatto parecchio clamore il caso dell’ex Carrefour alla rotonda di via Magenta, da qualche settimana c’è un altro punto vendita - molto più centrale - ad essere finito nelle mani degli orientali.
Si tratta del piccolo ma strategico spazio di via Concordia, alle spalle delle Poste centrali, che per tantissimi anni è stato un market a disposizione dei residenti della zona. Sono cambiate diverse gestioni ma, forse per problemi legati anche alla sosta, gli affari non sono mai davvero decollati.
Ecco allora che alcuni cinesi hanno deciso di avviare la scommessa, trasformando l’attività in una cartoleria con annessa una zona di oggetti casalinghi, tutti prodotti a basso costo che da sempre caratterizzano la loro proposta commerciale in altri punti del territorio.
E poi, in maniera singolare, ecco quell’insegna a richiamare il pubblico: “Casa Busto”. Proprio così, il nome della città preso subito a simbolo dell’impresa di questi nuovi e laboriosi ospiti della Manchester d’Italia, nuovi padroni di molti ambiti commerciali.
D’altronde il caso di via Concordia è solo l’ultimo della serie, visto che tanti cinesi si sono impossessati di spazi che storicamente erano gestiti da piccoli imprenditori della città, ambiti merceologici che in qualche caso i commercianti locali hanno deciso di abbandonare, oppure che sono stati “aggrediti” con una tipologia di offerta low cost.
Che poi, a dire il vero, anche le attività cinesi hanno subito una metamorfosi, nel senso che il livello qualitativo è stato leggermente innalzato (insieme ai prezzi) e spesso ci si affida a dipendenti del posto, in modo da provare a creare un rapporto di fiducia ma anche un superiore livello di empatia e dialogo con la clientela.
In ogni caso, il punto fermo resta questa espansione degli esercizi asiatici, che poggia quasi sempre su condizioni vantaggiose per chi affitta, oltre che su un livello di affidabilità nei pagamenti piuttosto elevata. Discorso diverso per la questione della tassazione, dove ancora fra i cinesi è radicata la consuetudine dei cambi di titolarità per rinnovare le agevolazioni fiscali.
Il fatto nuovo è dunque dato da questa espansione nell’ambito della media e piccola distribuzione nel cuore urbanizzato delle città, con la creazione dei sempre classici mercatoni cinesi. Ed ecco che, se in via Magenta dovrebbe a brevissimo prendere corpo un punto vendita del marchio Shuntai (molto diffuso nella provincia di Novara), in centro è già funzionante questa “Casa Busto”, in cui chi vende ha gli occhi a mandorla.
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