REPORT
Il pericolo? È tra le mura di casa
In Tribunale emerge la famiglia come incubatore di reati: qui si litiga, si violenta, si uccide

La famiglia come incubatore di reati. A dirlo è Marina Tavassi, presidente del distretto di Corte d’Appello di Milano, analizzando l’attività del Tribunale di Busto Arsizio nell’ambito del tradizionale report annuale sull’amministrazione della giustizia nel distretto giurisdizionale milanese.
Nello specifico, con un focus all’attività dell’ufficio gip-gup del Tribunale di Busto (siamo quindi nell’ambito della giustizia penale), il presidente Tavassi cita «l’aumento del numero di omicidi volontari consumati e tentati nel periodo preso in esame (dal giugno 2017 al giugno 2018, ndr)»: in maggioranza «si tratta di episodi delittuosi maturati tra le mura domestiche e, dunque, determinati dal deterioramento dei rapporti parentali e coniugali».
Restando in argomento, sono «numerosissime le misure di allontanamento o di non avvicinamento (o nei casi più gravi di custodia cautelare, ndr) che la Procura chiede e l’ufficio gip evade in tempi molto brevi proprio per evitare che la degenerazione dei rapporti comporti la commissione di rapporti più gravi».
Tutto questo accade, a seguire il presidente Tavassi, perché risultano essere «in costante aumento rispetto all’anno precedente i reati di maltrattamenti in famiglia e di atti persecutori», ancora una volta dovuti al deterioramento dei rapporti coniugali. Di più: nella relazione distrettuale diffusa nell’ambito dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, si fa riferimento al «significativo aumento dei reati di violenza sessuale che vedono coinvolti i minori, anche questi spesso maturati in ambito familiare».
Quanto emerge all’ufficio di gip e gup trova corrispondenza nell’ambito dell’attività dibattimentale del Tribunale bustocco. Anche in questo caso si è registrata «una costante crescita di reati contro la libertà sessuale e quelli di stalking, i maltrattamenti in famiglia e gli omicidi in danno di soggetti femminili».
Più in generale, allargando lo sguardo, resta rilevante nel Tribunale di Busto il numero di procedimenti penali che riguardano «fenomeni delittuosi relativi all’introduzione nel territorio dello Stato, attraverso lo scalo di Malpensa, di notevoli quantitativi di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina, generalmente provenienti dal Sud America». Inoltre, è stato riscontrato «l’aumento dei procedimenti riguardanti i reati contro la pubblica amministrazione, nonché quelli concernenti le violazioni fiscali e per bancarotta fraudolenta». Tipologie di reato, queste ultime due, che sono tipiche di un territorio a forte vocazione imprenditoriale come questo.
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