L’INTERVISTA
«Il sindaco deve essere nostro»
Paola Reguzzoni (Lega): «Ad Antonelli darei almeno 6, alla sua giunta un po’ meno»

Paola Reguzzoni (Lega) parla a 360 gradi della politica cittadina.
Da quindici anni
«La Lega rivendica il proprio peso politico, che oggi è superiore a quello di Fratelli d’Italia e Forza Italia messi insieme. Mi pare legittimo che il partito di maggioranza relativa ambisca a schierare una propria figura. Cosa che peraltro non succede da 15 anni. Non imponiamo degli aut aut a nessuno, ma neppure gli altri ci possono dire: o così o nulla».
Tutto è perfettibile
«Antonelli è stato un buon sindaco, poi per carità tutto è perfettibile. Bisogna anche considerare che l’ultimo anno è stato caratterizzato dall’emergenza. Che voto gli darei? Sicuramente la sufficienza, altrimenti non l’avremmo portato fino alla conclusione del mandato. Magari sulla sua squadra ho qualche riserva in più»
Non ha sciolto riserve
«Stanno cambiando tanti scenari, sia a livello nazionale sia locale. Non si sa neppure quando andremo a votare. È vero che Antonelli non ha ancora sciolto le riserve, ma a giudicare dal suo operato non si ricava l’impressione di un sindaco a fine corsa. Di fatto è come se fosse candidato».
Sceglierei Tosi
«Con chi si lavora meglio? Beh, a Busto ho collaborato più che altro con Farioli, mentre con Antonelli ci siamo ritrovati insieme in Provincia: due contesti troppo diversi per essere confrontati. Potendo, sceglierei...Gianfranco Tosi».
Vincere le primarie
«Non rimpiango di aver sfidato Antonelli nel 2016. È stata un’esperienza importante. Non è andata bene, ma ho accettato senza problemi il risultato. Le rifarei? Perché no. Stavolta però vorrei vincere».
Il ticket non esiste
«Ticket Reguzzoni in Regione, Maffioli candidato sindaco? Uno scenario che in questo momento non esiste. Ma al di là dei nomi, la cosa davvero fondamentale è dove si vuole portare questa città. Per i prossimi anni ci si presenta uno scenario ancora di emergenza, ma anche di possibile rinascita. Vedo tanto lavoro sulla quotidianità, ma pochi ragionamenti di prospettiva. Mi piacerebbe che nel centrodestra ci fosse un dibattito per riflettere sulla Busto del futuro».
La rendita è finita
«Questa città ha vissuto per troppi anni di rendita, a livello politico e imprenditoriale, grazie a quello che ha realizzato la generazione dei nostri nonni. Chi è arrivato dopo ha raschiato fino alla fine tutto ciò che era stato creato in precedenza. Adesso la rendita è finita. E bisogna cambiare, accantonando quel retrogusto nostalgico per la nostra grande storia tessile. Siamo nel 2021 e guardiamo già verso il 2030. Basta vivere di ricordi. Abbiamo realtà come Reti o Eolo che primeggiano. Ripartiamo da qui. Cominciamo a pensarci come una città, altrimenti diventeremo un dormitorio alla periferia di Milano».
Più temibile Ferrario
«Ferrario e Maggioni sono avversari da non sottovalutare, soprattutto un volto nuovo come Amanda Ferrario. E poi le donne sono sempre più temibili degli uomini».
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