LA SORPRESA
Busto Arsizio: il tempietto su TripAdvisor
Nei percorsi turistici è consigliata la chiesa di Sant’Anna. La recensione lo dipinge come «piccolo gioiello»

“Un piccolo gioiello a due passi dalle due chiese principali della città”. La recensione che compare su TripAdvisor è di quelle che non possono passare inosservate, anche perché assegna il massimo del punteggio di gradimento. Così come i commenti riportati su World Orgs che invitano a non lasciarsi sfuggire una visita alla “splendida chiesetta del XVIII secolo trasformata in Tempio civico nel 1959“. E in questa strana estate ancora succube della pandemia, che giocoforza sfrutterà al massimo anche il turismo di prossimità, l’invito diventa dunque un’occasione da non perdere, magari per gli stessi bustesi, spesso troppo indaffarati o distratti per soffermarsi a godere delle “perle” d’arte e cultura della loro città.
Spesso inosservato
Il Tempio civico della Beata Vergine delle Grazie (conosciuto anche come chiesa di Sant’Anna) passa spesso inosservato al visitatore, attirato dalle più imponenti e celebrate ricchezze della basilica di San Giovanni e del Santuario di Santa Maria di Piazza. Eppure, all’ombra di Palazzo Gilardoni, questa chiesetta non solo brilla di luce propria, ma da oltre sessant’anni riflette i valori e gli ideali di una città che l’ha trasformata in un Centro di educazione permanente alla pace, nel nome della storia e della memoria, con l’attenzione costante a non perdere di vista il senso più alto della nostra umanità. Motivo in più dunque per provare a conoscerla meglio.
La visita, suggerisce TripAdvisor, merita un’oretta: il tempo di osservare, approfondire, riflettere.
Le origini raccontano della forza di una fede popolare che, agli inizi del Settecento, attribuì potere miracoloso a un’immagine dipinta su un cascinale a lato di quella che allora era la strada di campagna. che collegava Busto Arsizio con Fagnano Olona.
Per valorizzare dunque quella “Pietà” tanto venerata si decise di costruire la chiesetta che venne realizzata in soli quattro anni, a partire dal 1710.
Tratti molto raffinati
L’immagine sacra venne trasferita al suo interno, proprio al centro della pala d’altare che raffigura San Giuseppe e Sant’Anna, dove si può ammirare ancora oggi. Sotto il profilo artistico gli studiosi sono concordi: nonostante l’origine campestre, la chiesa presenta tratti molto raffinati, come il portichetto e il campanile. Soprattutto l’esterno, nonostante sia in mattoni a vista, offre decorazioni elaborate, complesse e originali.
La cupola venne affrescata nel 1713-1714 dai pittori varesini Salvatore e Francesco Maria Bianchi insieme a Giovanni Gallieri, mentre i dipinti sulle pareti del presbiterio sono di Luigi Tagliaferri incaricato nel 1880 del suo restauro, insieme all’architetto Carlo Maciachini e allo scenografo Giuseppe Tencalla, dopo la parentesi napoleonica che l’aveva trasformata in un deposito di polvere da sparo.
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