INCROCIO MALEDETTO
Il triangolo delle Bermuda
Il rompicapo dei troppi incidenti tra le vie Diaz, Orrù e Machiavelli

«Purtroppo quello è il nostro triangolo delle Bermuda». La definizione è di Max Rogora, assessore leghista alla sicurezza di Busto Arsizio, disperatamente alla ricerca di una soluzione che possa mettere un freno agli schianti che puntellano le giornate su viale Diaz, laddove si incrocia con via Orrù, oppure con via Machiavelli.
Una striscia di asfalto lunga cinquanta metri, ma che porta un carico di paure e di dolori impressionante.
DUE MORTI E TANTI INCIDENTI
Il bollettino dell’emergenza parla chiaro. Lì, dove la gente attraversa (quasi sempre sulle strisce pedonali) e dove le macchine si immettono spesso attraversando le due corsie di marcia, il suono delle ambulanze è familiare.
Ci sono state anche due tragedie nell’ultimo biennio. Nel luglio del 2018 una trentanovenne ucraina fu travolta da una macchina mentre passava da un lato all’altro della carreggiata sulla sua bici. Investimento mortale anche per un cinquantaduenne cinese nell’agosto scorso.
Il primo caso avvenne sull’affaccio di via Orrù, il secondo su quello di via Machiavelli, ribadendo come entrambi gli incroci costringano a un terno al lotto chi ci passa e come le utenze deboli siano le più esposte alla minaccia.
UN ROMPICAPO INFINITO
L’ultima riunione fra l’ufficio della polizia locale e quello dei lavori pubblici - prima che il coronavirus costringesse a fermarsi - aveva dedicato una sua ampia parte proprio a questa problematica.
«Ma trovare una soluzione ragionevole ed efficace è difficilissimo - spiega Rogora - perché ogni scelta pensata avrebbe pesanti contraccolpi». Infatti, «avevamo ipotizzato di rimettere via Volturno a doppio senso, una volta che ci sarà la rotatoria, per fare uscire i mezzi da quella parte, ma significa togliere tanti posteggi in un punto che ne ha fame».
Per il rialzo pedonale «resta il fatto che si tratta del viale più frequentato, anche dalla Croce Rossa, quindi non è una soluzione troppo praticabile». Ma Rogora assicura che le ipotesi sono tante: «Togliere posti auto per migliorare la visibilità, girare i sensi unici, fare una mini-rotatoria, creare delle corsie di canalizzazione. Le abbiamo pensate tutte ma quella giusta ancora non c’è».
AUTOVELOX, L’ESTREMA RATIO
Così, fra tante idee al vaglio, «che torneremo ad analizzare appena l’emergenza sanitaria sarà rientrata», emerge una considerazione: «Almeno fino a quando non ci sarà la rotonda al Tribunale - dice Rogora - non si può far altro che implementare i controlli con l’autovelox. In troppi spingono eccessivamente sull’acceleratore».
Per il resto si vedrà, anche se il rompicapo si fa complicato: «Ad oggi non sappiamo quali saranno le conseguenze del virus sulle casse comunali. Ma è chiaro strategie troppo costose non si potranno attuare, non in tempi brevi. Ma sul triangolo delle Bermuda non staremo fermi».
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