ZONA PEDONALE
Busto Arsizio, sì alle auto no al degrado
Busto al centro interviene sul Piano urbano del traffico

«Il nostro centro non è certamente brutto, ma di sicuro è impersonale e non adeguatamente tenuto». Per Busto al Centro serve un progetto globale di riqualificazione del salotto buono. Il tema è tornato d’attualità dopo che 38 commercianti del centro, attraverso una petizione, hanno chiesto all’amministrazione di non pedonalizzare piazza Garibaldi e piazza Trento e Trieste (come suggerito dall’aggiornamento del Piano urbano del traffico). Il movimento civico coordinato da Gianfranco Bottini ha voluto chiarire la propria posizione in proposito. Puntualizzando che, con la propria osservazione al Put, Busto al Centro mira unicamente «a migliorare il traffico, sia privato che pubblico, senza ridurre le attuali possibilità di accesso e le aree di parcheggio».
Con questi accorgimenti, rimarca la lista rappresentata in consiglio comunale da Laura Alba e Gianluca Castiglioni, «si sarebbe potuta creare una ulteriore, limitata, area protetta per i pedoni, e a disposizione degli esercizi di affaccio nella zona adiacente alla fontana. Nulla quindi da classificare sotto il titolo di allargamento dell’area pedonale». Per BaC «questo non è il momento di grandi cambiamenti, e non perché tutto debba rimanere forzatamente come è ora, o perché sia dimostrato che l’allargamento delle zone pedonali non giova al commercio. Sinceramente, quando ben meditato, è invece dimostrato il contrario».
Per i bottiniani quello dell’estensione dell’area pedonale nelle piazze Garibaldi e Trento e Trieste non è il vero punto. «Il grande tema da affrontare – sottolinea BaC – riguarda l’intero centro cittadino. Città come Varese hanno compreso questo messaggio». Mentre quello di Busto, per il movimento civico, è un salotto impersonale e non mantenuto in maniera adeguata.
Da qui la richiesta di «un progetto di riqualificazione globale. Che significa intervenire con nuove tecnologie di illuminazione, con un verde più studiato, con un arredo più legato alla pavimentazione, con interventi sugli edifici non adeguatamente mantenuti, ma soprattutto superando le attuali e visibili carenze di pulizia, cura degli arredi, illuminazione e quant’altro non ne fa certo oggi un salotto». «In un contesto progettuale di tale tipo – chiosa la nota di BaC – sarà più facile discutere e decidere, da parte di tutti, l’ampliamento o meno di ampliamento della zona pedonale».
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