SPACCIATORE
Busto Arsizio, in fuga da tre giorni
Continuano le ricerche del pusher scapato dal comando della polizia locale

Continuano le ricerche del pusher 20enne fuggito venerdì dagli uffici del comando della polizia locale di via Molino a Busto Arsizio. Il giovane tunisino doveva essere rimpatriato da Malpensa, era tutto pronto, quando ha approfittato di una manciata di minuti in cui un agente l’ha lasciato solo per prendere una bottiglietta d’acqua. Era nella saletta degli agenti, senza manette ed è scappato dalla finestra. Dalle telecamere è stato visto in piazza Garibaldi. Si ipotizza che sia riuscito a farsi ospitare da amici. Intanto dopo l’episodio si accendono i riflettori su uno dei problemi strutturali del comando di polizia locale noti da tempo e al vaglio del comune che ha già nei programmi una nuova sede.
CAMERA DI SICUREZZA
La volontà della giunta Antonelli è chiara: investire nella sicurezza. Alla luce di questo episodio, probabilmente la decisione di avere una camera di sicurezza non sarà più procrastinabile oppure gli agenti del comando dei Molini Marzoli dovranno seguire protocolli rigidi e chiedere a carabinieri e polizia di tenere nelle caserme le persone sottoposte a fermo e in custodia. Insomma si complica la vita e sarà da capire anche di concerto con la questura quale sarà la scelta del sindaco che, dopo questo episodio, è stato convocato dal questore Carlo Ambrogio Enrico Mazza. Da tempo c’è l’esigenza di separare le persone fermate dalle attività del comando di polizia locale che sono molteplici e spaziano in ogni campo della vita pubblica, da chi si reca in via Molino per una multa o per il commercio, oppure persone coinvolte in incidenti. E d’improvviso può imbattersi in persone sottoposte a fermo, come venerdì quando gli agenti hanno fermato il pusher che risultava colpito da un decreto di espulsione.
LE PROBLEMATICHE
Al di là del fuggitivo ricercato, l’episodio accende i riflettori su alcuni temi che gli agenti e i sindacati di categoria in diverse occasioni hanno portato alla ribalta. Una sede considerata promiscua è un problema: al piano della polizia locale ci sono circa 80 persone armate, poi gli uffici, l’auditorium multifunzione che funge da teatro e l’area destinata agli studenti dell’Università dell’Insubria. Insomma il tema della sede della polizia locale, al di là dell’episodio che funge da catalizzatore, ha aperto il fianco mostrando tutti i suoi limiti oggettivi.
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