ARRESTATO
Busto Arsizio, botte in banca
Litiga con direttore e dipendenti, poi picchia i carabinieri

Una pattuglia dei carabinieri da sola non è bastata per contenere il cinquantacinquenne gallaratese che lunedì mattina, 31 luglio, ha dato spettacolo nella banca Unicredit. Anche la squadra volante della polizia è dovuta intervenire in via Alberto da Giussano per placarlo.
ARRESTATO
L’uomo è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e ieri mattina, martedì 1 agosto, è comparso davanti al giudice Marco Montanari per il processo direttissimo. Ha negato ogni addebito il gallaratese, sostenendo anzi di essersi difeso dall’aggressione di una ventina di persone. In aula si è addirittura aperto la camicia per mostrare i fantomatici segni delle percosse.
Una precisazione è d’obbligo: l’uomo è in cura al Cps, agli atti c’è la documentazione che attesta la schizofrenia e la prescrizione di un’iniezione al mese di antipsicotico. A margine dell’udienza, il cinquantacinquenne ha confidato che è dal 1988 che combatte con questa patologia, da quando cioè qualcuno cominciò a mettergli gli acidi nel caffè. Immaginazione o realtà che sia, alla filiale dell’istituto di credito ha messo in allarme sia il personale che i clienti in attesa del loro turno.
LA RICOSTRUZIONE
Intorno alle 10 è entrato e ha preso il suo posto in coda ma di punto in bianco ha iniziato a insultare le dipendenti e il direttore che nel frattempo si è avvicinato al front office. Ne è nata una lite burrascosa, durante la quale l’indagato ha avuto scatti di violenza fisica, dunque per evitare derive imponderabili qualcuno ha pensato bene di allertare il 112.
L’arrivo dei carabinieri non è stato risolutivo, anzi, il gallaratese - che è difeso dall’avvocato Fabiola Colombo - ha cercato di picchiarli divincolandosi e scalciando (un appuntato scelto ha riportato lesioni guaribili con sei giorni di prognosi). In ausilio si è aggiunta la polizia di via Foscolo e tutti insieme sono riusciti a immobilizzarlo mentre continuava a urlare «Vi ammazzo tutti, appena mi rialzo vi faccio vedere chi sono». È poi emerso - ma non rientra nel capo di imputazione - che il cinquantottenne aveva portato scompiglio nella vicina pasticceria molestando una delle bariste. Il pubblico ministero Susanna Molteni non ha potuto fare altro che disporne l’arresto. «Io non ho fatto niente, le minacce le ho ricevute io. Hanno iniziato loro e mi sono difeso», si è giustificato descrivendosi come un tipo «brillante, dinamico», a cui piace divertirsi».
Il giudice Marco Montanari ha convalidato l’arresto in considerazione «della prolungata violenza esercitata, delle lesioni procurate al carabiniere e della condotta tenuta in gelateria» e poi ha applicato la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (individuata nell’Arma di Gallarate) tre volte a settimana, così come chiesto dal pubblico ministero d’udienza Laura Martello. L’avvocato Fabiola Colombo ha chiesto i termini a difesa per decidere se scegliere un rito alternativo oppure procedere con il dibattimento. Si torna in aula a fine settembre, nel frattempo il gallaratese è tornato in libertà, promettendo di rispettare le indicazioni del tribunale.
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