L’INDAGINE
Funzionaria infedele pronta a patteggiare
Stefania Federici fu coinvolta con Raffaella Biafora in un’inchiesta della Procura della Repubblica

Accessi abusivi al sistema informatico della Procura, la funzionaria giudiziaria Raffaella Biafora intende patteggiare.
In questi giorni ci sarebbero trattative in corso tra il suo legale, Carlo Alberto Cova, e il pubblico ministero di Milano Giovanni Polizzi al quale è stato trasmesso il fascicolo per competenza.
Nel frattempo la dipendente di Palazzo di Giustizia non è più agli arresti domiciliari: il magistrato ha concesso la misura meno afflittiva dell’obbligo di firma.
A Biafora - che si era presentata alle elezioni amministrative nella lista civica che sosteneva la Lega Donne e Lavoro - sono contestati anche i reati di rivelazione di segreti d’ufficio, corruzione, abuso di ufficio, ricettazione e reato elettorale poiché nell’ultima tornata di giugno 2017 al fine di farsi votare si sarebbe sostituita all’elettore nella votazione, senza averne un titolo legittimo.
Come? Semplicemente entrando in cabina al posto suo e barrando il simbolo giusto.
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Francesca Parola, sfociarono a fine febbraio con due arresti.
Raffaella Biafora ai domiciliari, mentre l’ex assessore ai Servizi sociali di Cassano Magnago Stefania Federici - amministratore di sostegno del tribunale - venne portata in carcere con l’accusa di essersi appropriata del denaro dei soggetti deboli da lei amministrati, sottraendo cifre da capogiro a quelli più abbienti.
Su questo versante gli accertamenti della guardia di finanza di Gallarate e della procura non sono ancora terminati.
In questi mesi gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze mirate a completare il quadro investigativo.
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