LA NUOVA INDAGINE
La truffa del resort
Un hotel da sogno che non esisteva sponsorizzato da vip ignari di quanto accadeva: 155 le vittime del raggiro

Per promuovere l’investimento nel resort faraonico usavano, a loro insaputa, i personaggi vip: da Andrea Bocelli a John Travolta, volti che insomma rappresentavano una garanzia nell’immaginario collettivo. Ma era tutto un imbroglio, che all’associazione ha fatto intascare 20 milioni di euro.
Si è chiusa in questi giorni la seconda tranche dell’inchiesta Puerto Azul. Sono ben 155 le persone offese individuate dalla procura, una buona parte dei truffati ha intenzione di costituirsi parte civile all’udienza fissata a novembre.
Il nuovo filone dell’operazione vede coinvolti ancora Domenico Giannini (che due anni fa aveva patteggiato quattro anni e due mesi più 11mila euro di multa), considerato il promotore del business del villaggio fantasma in Belize, R.G. (tre anni), O.A. (tre anni) e C.B. (tre anni e quattro mesi e 6mila euro di multa). Ma oltre a loro ce ne sono altri sedici: il latitante Fabio La Rosa - volato a Santo Domingo per una vacanza che forse non avrà mai fine - e un avvocato che prestava consulenze finanziarie.
Gli inquirenti svelarono una rete di promotori di investimenti con elevatissime provvigioni che raggiravano ricchi clienti con il miraggio del complesso turistico nel Belize. Gli inquirenti l’avevano definita «una truffa alla maniera della catena di Sant’Antonio», che funziona così: i primi aderenti vengono pagati con i soldi versati da quelli che seguono, fino a quando il sistema implode. Era Giannini che mostrava agli interessati il progetto del resort a otto stelle, primo al mondo di quella tipologia: due fasce di villette, quelle per i meno facoltosi ampie circa 1.500 metri quadrati, quelle invece da nababbi sarebbero state da 3mila metri quadrati con allestimenti da urlo. Camere subacque dotate di un sottomarino privato per ogni villa e giardini immensi.
Otto maggiordomi per struttura, una flotta navale e una aerea a disposizione di tutti i residenti, un cartodromo uguale a un circuito di Formula 1 e poi la garanzia di cene frequenti organizzate con i vip che aderivano all’acquisto della multiproprietà nelle acque cristalline del Belize. Pura fanta-architettura. Ma ci hanno creduto in tanti.
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