LA PROTESTA
Busto, la ztl e il problema furgoncini
Carico e scarico in centro: velocità e maleducazione, negozianti preoccupati

«Se entri nel mio salotto devi mettere le pattine: non puoi entrare con le scarpe piene di fango». Usa questa efficace metafora Alessandra Ceccuzzi, presidente del Comitato commercianti centro cittadino, per descrivere il comportamento quotidiano di tanti (non tutti, sia chiaro) autotrasportatori o corrieri che entrano nella Zona a traffico limitato di Busto Arsizio per effettuare le operazioni di carico e scarico. Procedura indispensabile, certamente, ma che a volte (per la verità sempre più spesso) viene effettuata con modalità un po’ troppo spicce.
PARCHEGGI “SELVAGGI” E VELOCITA’
«Il fatto che entrino nella Ztl con i mezzi non è di per sé un problema, anzi siamo stati noi commercianti a chiedere che possano farlo per poter caricare e scaricare la merce - premette Alessandra Ceccuzzi -. Ma c’è modo e modo di fare le cose: c’è gente che si appropria degli spazi come se fossero a casa loro. E questo non va bene». Ovvero? Che fanno? «Parcheggiano dove vogliono, davanti alle vetrine, a volte impedendo perfino il passaggio dei pedoni e delle carrozzine - fa notare l’esponente dei commercianti -. E soprattutto non rispettano i limiti di velocità. Non si può viaggiare in Ztl come sulle altre strade. È scorretto e pericoloso». Ceccuzzi cita anche un episodio di cui è stata testimone: «In via Bonsignori uno di questi trasportatori aveva parcheggiato in modo tale da ostruire il transito alla sedia a rotelle di una persona con disabilità. Alle mie rimostranze ha pure reagito male, tirandomi dietro parolacce. Così non va bene. Chiaramente non stiamo parlando di tutti quelli che entrano: ci sono anche autisti educati e rispettosi. Ma tanti altri devono capire che non possono accedere in centro con maleducazione e arroganza».
GLI ORARI
Ceccuzzi ricorda che il Comune di Busto è tra quelli più flessibili e permissivi a livello di orari, tant’è vero che si può caricare e scaricare merce in Ztl praticamente per l’intera mattinata: «Hanno tutto il tempo, non c’è bisogno di andare di corsa col rischio di investire qualcuno», sottolinea la commerciante.
LE PROPOSTE
La presidente del comitato che raggruppa gli esercenti del centro non si limita a constatare lo stato di cose, ma prova a suggerire qualche proposta per risolvere il problema. «L’ideale sarebbe importare un modello già diffuso in altre zone d’Europa: si crea un hub di smistamento appena fuori dal centro, e poi si entra in isola pedonale con mezzi elettrici o a pedali. Ha senso che entri in via Milano un camion gigantesco per consegnare un pacchettino?». La stessa domanda retorica se la pongono ogni giorno tanti utenti del “salotto” cittadino. «Il Distretto urbano del commercio, d’intesa col Comune, dovrebbe studiare delle soluzioni - riprende Ceccuzzi -. È nelle sue prerogative. Un’idea potrebbe essere quella che ho prospettato. Si crea un hub, un punto che serva da parcheggio per camion e furgoni. E da lì si entra con un mezzo sostenibile, una sorta di “cargo bike” che non costerebbe neppure molto».
Comincia dunque a fioccare qualche proposta per evitare che un’area teoricamente libera dal traffico automobilistico si trasformi in un viavai di mezzi pesanti. Con tutti i conseguenti rischi per i pedoni, la pavimentazione e l’arredo urbano.
© Riproduzione Riservata