IL CASO
Lo stalker stavolta è una donna
Ribaltate le accuse rivolte all’ex compagno. La polacca rinviata a giudizio

Le sue accuse misero l’uomo in guai seri. Perché non è facile portare addosso la taccia del persecutore, del compagno violento contro cui l’opinione pubblica è scatenatissima.
Settimana scorsa un primo riscatto: difeso dall’avvocato Cesare Peroni, la sua posizione era stata archiviata dal gip Nicoletta Guerrero.
Ieri la dimostrazione ufficiale: la sua accusatrice, una polacca, è stata rinviata a giudizio per calunnia e stalking, lo stesso reato che la donna attribuiva all’ex compagno. L’udienza preliminare è fissata a ottobre davanti al gup Piera Bossi. Le avvisaglie si potevano percepire già dall’ordinanza del gip Nicoletta Guerrero che aveva posto la pietra tombale sull’indagine che, addirittura, aveva portato al divieto di avvicinamento. «La complessiva valutazione delle indagini e di tutte le dichiarazioni raccolte non possono condurre a ritenere le accuse completamente credibili e comunque tali da poter sostenere l’accusa in giudizio. Al contrario, ritiene il giudice che le accuse siano calunniose e finalizzate a un tornaconto sicuramente economico», affermava il giudice. E proprio il giorno dell’udienza, la polacca raccontò di aver subito l’ennesima aggressione da parte dell’ex. L’avvocato Peroni, però, ha portato prove concrete del fatto che il suo assistito a quell’ora e quel giorno fosse da tutt’altra parte e che quindi quella della donna fosse l’ennesima pesante bugia. Determinante, nell’indagine appena archiviata, furono tre video depositati dalla difesa. Nei primi due si notava la polacca alteratissima mentre insultava il convivente, recriminando su questioni economiche. Si vedeva poi chiaramente la donna mentre strappava i fili del televisore legandoseli ai polsi e continuando a inveire sul compagno.
Nel terzo filmino era documentato un violento lancio di oggetti contro il cinquantasettenne. E mentre gli scagliava addosso le suppellettili, chiamava il 112 chiedendo aiuto e riferendo di essere stata ferita alla fronte dal convivente. Dalle immagini risultò evidente che sul volto non ci fosse nemmeno un graffio. Numerose poi le testimonianze di vicini e conoscenti che di maltrattamenti e violenze subite dalla presunta vittima non ne sapevano nulla. Anzi, semmai erano a conoscenza delle molestie telefoniche e degli appostamenti che la polacca faceva all’ormai ex compagno. Ora le toccherà difendersi dalle stesse contestazioni che aveva mosso, strumentalmente, lei e che l’anno scorso erano sfociate in una misura cautelare chiesta dal pubblico ministero Rosaria Stagnaro, revocata poco dopo l’interrogatorio dell’uomo.
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