COMMERCIO
«Mai più un’attività qui»
La storia di un imprenditore che ha chiuso tutti i negozi: «Città non attrattiva, funziona di più la filiale di Lonate»

Per lui che è di Busto, è una sofferenza dirlo. «Ma di investimenti commerciali in città, non ne faccio più», spiega Corrado Visentin, piccolo imprenditore che ha impiantato attorno al centro storico i marchi Alcott e Piazza Italia (quest’ultimo sia nella versione adulti che in quella Kids) e che negli ultimi mesi ha deciso di chiuderli tutti.
«Purtroppo - argomenta - la mia città non è attrattiva, tutti i punti vendita hanno dovuto fare i conti con un passaggio minimo, niente di paragonabile a Como ma neppure a Lonate Pozzolo».
Così ha deciso di rinunciare: «Occuparsi di marchi in franchising è certo un’opportunità per il traino, ma richiede anche un investimento iniziale importante che pretende una clientela numerosa. Qui non c’è mai stata».
Insomma, per Visentin le tante chiusure che stanno puntellando il salotto buono non sono una sorpresa: «Intanto c’è il problema numerico, per cui la gente che viene in centro è troppo poca rispetto a realtà simili. Neppure il numero degli abitanti trova riscontro nei fatturati».
Però la sua analisi tocca altri aspetti: «Mancano proposte che invitino a visitare le vie principali e i loro dintorni, perché quattro bancarelle a spot non bastano. Poi la domenica è praticamente tutto chiuso e al giorno d’oggi è un problema. Inoltre molti affittuari chiedono canoni come se si fosse ai tempi d’oro del commercio, invece non è più così».
Oltretutto, sia con un negozio nella nuova piazza, sia con un altro vicino a piazza Garibaldi, Visentin ha fatto i conti con i problemi di degrado sociale: «In un caso c’è il vuoto assoluto e sono arrivati personaggi loschi, di fatto avevamo gli spacciatori fuori dalle vetrine e le commesse avevano paura la sera al momento della chiusura. Nell’altro, invece, abbiamo fatti i conti con le bande di giovani che spadroneggiano vicino alla fontana. Quando c’erano i prodotti Alcott, abbiamo avuto il record di furti all’interno di quel punto vendita, un centinaio in pochi mesi. Insomma, una situazione del tutto insostenibile».
Così ecco la decisione, seppur dolorosa, di sfilarsi: «Crediamo di aver fatto tutto il possibile ma Busto non offre le condizioni per lavorare bene. So che il vuoto porta vuoto e risollevare il contesto non sarà facile. Ma noi preferiamo investire altrove».
Corrado Visentin: «Città non attrattiva,
funziona di più la filiale di Lonate»
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