LA TESTIMONIANZA
«Mio nipote vittima dell’ignoranza»
Parla Paolo De Fusco, zio del ventunenne italoegiziano non ammesso in discoteca

Lo conoscono in tanti Paolo Daniele De Fusco in città e nell’intera zona. Ha un’agenzia di assicurazione a Legnano e da sempre, per hobby, si diletta nei weekend a fare il deejay.
Un aspetto, questo, che si intreccia al fatto che De Fusco è anche lo zio di Seif Soliman, il ventunenne figlio di mamma bustocca e papà egiziano che settimana scorsa, in vacanza in Liguria, è stato respinto all’ingresso di una discoteca di Alassio per via di quei tratti somatici nordafricani che lo hanno fatto inserire nella lista delle persone indesiderate dal locale.
Una vicenda - raccontata da La Prealpina - che ha fatto molto discutere, che ha scatenato pareri contrastanti, molti votati a minimizzare (talvolta a giustificare) il comportamento dei buttafuori.
Ora zio Paolo ci tiene a consegnare una riflessione dopo tutto quello che è successo e dopo tutto quello che ha letto rispetto all’episodio che ha coinvolto, suo malgrado, il nipote.
La pubblichiamo qui di seguito
«Io ho sempre amato le feste. Le ho sempre amate perché ad una festa è come se si fermasse il tempo... ti diverti... Ed ad un certo punto, arriva l’ora di tornare a casa. Nella notte la gente è tutta uguale ed è tutta diversa. Ognuno ha la sua storia da raccontarti. Io non ho mai assistito ad un episodio di razzismo e compirò 45 anni ad ottobre.
Ma ora accade che si decide di lasciare fuori da un locale un ragazzo solo perché ”non bianco“. In questi giorni molti commenti su Facebook parlano di vittimismo da parte di mio nipote Seif, che come tutti i ragazzi italiani di oggi è un po’ pistola ma, diplomato senza perdere un anno o prendere un esame, non è mai finito in mezzo a una rissa. Eppure per quasi tutti sui social, «è il solito immigrato che fa la vittima».
Ebbene Seif è italiano, nato e cresciuto in Italia, sua madre è italiana, come suo nonno (che è stato nell’Esercito italiano per 40 anni), sua nonna (imprenditrice appena andata in pensione) e come me, suo zio, il più severo con lui. Per questo io rispetto l’opinione di tutti, ma non voglio rispettare l’ignoranza di molti. A vent’anni hai il diritto di poter entrare in qualsiasi locale e il dovere di rispettare le regole. La musica unisce, non separa. L’ignoranza, invece, separa e basta!».
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