IL BILANCIO
Multe ignorate: buco da 7 milioni
Contravvenzioni e servizi non pagati costringono il Comune ad accantonare fondi per far fronte all’ammanco di cassa
Sono sempre più coloro che non pagano le contravvenzioni, che non saldano le rette delle mense scolastiche o che non onorano i conti relativi a servizi di assistenza ricevuti. Un problema noto e diffuso, ma che a Busto sta assumendo proporzioni importanti.
Tant’è vero che nell’ultimo bilancio previsionale il fondo con i cosiddetti “crediti di dubbia esigibilità” (che sarà cioè difficile incassare da parte del Comune) ha superato la soglia dei 7 milioni di euro.
Si tratta cioè di una somma accantonata, che l’amministrazione non può spendere per far funzionare meglio la città e che la regola obbliga a mettere da parte, nel caso in cui davvero il debitore non metta mano al portafoglio per rimettersi in regola.
Non tutti i 7 milioni e 50 mila euro in questione possono essere dati per persi, ma una buona parte sì.
D’altronde si tratta spesso di persone che hanno un debito che davvero non riescono a saldare essendo indigenti, oppure - nei casi delle contravvenzioni comminate dalla polizia locale - i proprietari dei veicoli sanzionati si rendono irreperibili, magari perché sono stranieri che fanno ritorno nel proprio Paese di origine.
La criticità, comunque, è evidente. Al punto che il sindaco Emanuele Antonelli non ha esitato a definire come «il maledetto fondo» quello che deve continuare a rabboccare con risorse che lui vorrebbe spendere in maniera utile.
Invece non si può e, se da un lato il recupero dell’evasione dalla Tari dovrebbe fruttare anch’esso più di 7 milioni nei dodici mesi correnti, «saremo costretti a fermare una cifra pari a 2 milioni 446mila euro per metterla appunto nel cassetto della dubbia esigibilità», già lievitata in passato.
Ciò, però, con la rassicurazione che «stiamo facendo un massiccio ricorso a tutti gli strumenti possibili per cercare di rientrare». Operazione appunto doverosa, in qualche caso ritardata, comunque non semplice quando di mezzo ci sono difficoltà economiche evidenti da parte di chi non ha messo il denaro.
Oltretutto la cifra continua a crescere in maniera imponente e le azioni di recupero fanno comunque i conti con previsioni di ulteriore morosità superiori a quanto si prospetta di incassare.
Infatti basta leggere il documento finanziario approvato settimana scorsa per vedere come la cifra attestata per il 2019 - pari appunto a 7 milioni e 50 mila euro - si prospetta di vederla aumentare di 650mila euro l’anno venturo e di altri 332mila euro quello dopo ancora.
Tutto ciò nella probabilità che a fine del triennio in esame si raggiungerà la soglia degli 8 milioni.
In realtà la giunta ne prevede 7 milioni 999mila e 366 euro, che assomiglia tanto a quei prezzi da svendita ribassati di uno “zero virgola” per dare un aspetto meno imponente al numero reale.
Invece il fenomeno della morosità bustocca - con tutte le letture legate alle nuove povertà ma anche alla tendenza volutamente debitoria di molti cittadini che la possono accompagnare - sta ormai prendendo una conformazione spaventosa.
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