IL CASO
Si separa. Anziano diventa stalker
Anziano ha il divieto di avvicinamento all’ex moglie. Minacce e insulti all’ordine del giorno dopo la separazione consensuale
Quarant’anni di matrimonio, un’intera vita trascorsa insieme, in salute e in malattia, gioia e dolore, amandosi e onorandosi. Ma non hanno atteso che arrivasse la morte a separarli.
All’improvviso è maturata un’intolleranza reciproca che li ha portati a detestarsi e a separarsi. E a trasformare lui, poco meno che settantenne, in uno stalker attempato.
Nei giorni scorsi gli agenti del commissariato hanno eseguito la misura cautelare dell’obbligo di allontanamento dell’ ex moglie, emesso dal gip Giuseppe Limongelli su richiesta del pubblico ministero Flavia Salvatore. L’anziano, difeso dall’avvocato Ilaria Grassini, nel corso dell’interrogatorio ha ridimensionato la portata delle accuse, però ha ammesso: «Il nostro matrimonio è finito, basta».
L’ordinanza non è stata revocata. Gli episodi contestati sarebbero iniziati lo scorso dicembre, dopo la separazione consensuale chiesta a sorpresa dall’indagato a novembre e concessa di buon grado dalla vittima.
Entrambi d’accordo: la convivenza, soprattutto a causa dei disturbi del consorte, era diventata insostenibile. Il giudice aveva assegnato la casa coniugale alla donna e stabilito che lei versasse all’ex 10mila euro, subito liquidati. Una rottura indolore, civile, di comune accordo. Pareva. Pochi giorni prima di Natale però il settantenne si presentò nella casa che li aveva visti crescere in serenità i loro due figli, con la pretesa di non andarsene più. I toni erano minacciosi, poco rassicuranti.
Spaventata, la ex moglie si trasferì subito dalla figlia. Partirono così le telefonate a raffica, i messaggi, gli appostamenti. «So che passi dai boschi, è un attimo andare fuori strada, attenta che c’è il lupo», le diceva. E ancora: «Ti faccio fare una brutta fine, devi andare sotto un ponte, io non ti lascerò mai in pace, verrò qui tutti i giorni».
Il bustese era consapevole dei rischi cui andava incontro, tanto da sfidarla: «Fammi fare pure la diffida».
La ex moglie si allontanò da Busto qualche giorno, sperando che si calmassero le acque. Ma lui - pur essendo senza patente e avendo l’auto sotto sequestro - percorse centinaia di chilometri e la raggiunse solo per insultarla. Alla vigilia di San Valentino l’ennesima telefonata delirante: «Domani ti faccio la festa», le annunciò inveendo anche contro i loro figli che durante questi tre mesi di follia hanno cercato di difendere la madre e di arginare il padre. Ciò che ha dato un’accelerata significativa alle indagini è stato l’assedio, per così dire, davanti al parrucchiere: il settantenne, un pomeriggio di febbraio, si piazzò all’esterno del negozio, in attesa che la ex uscisse fresca di piega. A quel punto la vittima ha allertato la polizia, sul posto è arrivata una pattuglia della municipale che ha sottoposto l’indagato a perquisizione: addosso, nella tasca del giubbotto, aveva un coltello a serramanico con una lama di 7 centimetri.
Lo avrebbe usato contro di lei? Nessuno può dirlo.
Ma a scanso di equivoci il giudice ha emesso il divieto di avvicinamento che se trasgredirà lo porterà addirittura in carcere.
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